giovedì 26 aprile 2007

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William Saroyan è un autore che va dritto alla radice delle cose. Sembra semplice, e lo è. Sembra essenziale, e lo è. Sembra ingenuo, e non lo è. Fa bene come bere acqua di fonte (e infatti ne parla spesso, dell'acqua da bere).
E' armeno. Scoppia - letteralmente - di vita.
Fa parte da tempo del mio piccolo mondo di scrittori del cuore. Quelli che vai a trovare quando ne hai piene le scatole delle stronzate. Quando ti sei impelagato in pensieri farraginosi. Quando hai bisogno di una ripulita.
Ieri sera leggevo questo:

"... L'uomo è qualcosa di più che l'abitante di un corpo, ma è anche questo; sarebbe un errore sottovalutarlo. Anche il massimo distacco non può mai essere totale. È al suo meglio quando gli impulsi del corpo sono minimi, sotto controllo.

Io e il mio corpo desideravamo e bramavamo molte cose, tutte collegate tra loro, tutte, nell'insieme, una sola cosa: realizzare me stesso come creatura che vive e opera ai massimi livelli. Era un desiderio prepotente. Volevo acqua, luce, aria, buoni odori da respirare - acqua, erba, foglie, fiori, frutta, terra. Mangiavo angurie, fichi, albicocche, pesche, uva, pere, meloni verdi, arance, fragole, mandorle, noci, tutte le delizie che crescevano nella campagna di Fresno. E più insolite: loquat, mandarini, cachi. Volevo pomodori, peperoni, cetrioli, volevo mangiarli direttamente dalla pianta. Tutti i tipi di pane, e il formaggio bianco degli armeni, puro o mescolato con verdure, fresco o stagionato. Acqua. Dopo tutto il resto volevo acqua.

Volevo la carne, rossa e rovente dallo spiedo sul fuoco; cotta in pentola con cavolo, okra, fagiolini, peperoni, pomodori, melanzane; pomodori, cetrioli, zucchine, melanzane oblunghe e sottili, peperoni ripieni di carne trita e pezzetti di grano, polpette di carne con cipolla, erbe e chicchi di melograno. Grassa carne arrosto, con riso o polenta di frumento. Volevo il latte acido degli armeni, da loro chiamato matzoon, da altri yogurt; mangiarlo da solo, versano sul cavolo ripieno, mischiano con menta e cetrioli, accompagnarlo con il pane bianco, sottile e croccante degli armeni. Divoravo enormi quantità d'aglio, ero più assetato che mai, e l'acqua di Fresno era buona.

Volevo carne trita con riso ed erbe avvolta in foglie di vite. Stufato di carne con verdure e albicocche secche. Tutte le pietanze di cereali e lenticchie, con o senza carne. Volevo mangiare, mangiavo, poi bevevo acqua. La bevevo per ore, dopo ogni pasto. Andavo avanti e indietro dal lavandino della cucina, dove mi rifugiavo a leggere, e bevevo direttamente dal rubinetto, o riempivo un bicchiere e bevevo, lo riempivo e bevevo, senza sosta.

Volevo mangiare perché mangiare è una gioia. Il cibo giovava al mio corpo e ancora di più l'acqua dopo mangiato. Ne ero convinto. Il mio corpo amava il buon cibo, io amavo il buon cibo; la mia anima, il mio cuore, la mia intelligenza. I poveri se sono intraprendenti non conoscono la fame, a meno che non si diffonda un'epidemia di colera, o non ci sia davvero un soldo. Nella mia famiglia ci procuravamo sempre il denaro per mangiare; avevamo tutti un grande appetito da soddisfare.

Se non ci potevamo permettere un cibo, mangiavamo in gran quantità quello che ci potevamo permettere. Preparavamo piatti fantastici con gli ingredienti più economici. La farina era sempre accessibile, e cuocevamo pane di tutti i tipi; cucinavamo il riso in dieci modi diversi; la polenta di frumento accompagnava molte pietanze; verdura; frutta; foglie di vite: ci bastava andare nella vigna di un amico e raccogliere foglie tenere a volontà. Le mettevamo nei barattoli appena sbollentate e ci bastavano fino alla stagione successiva.

Mangiare non basta. Soddisfare i piaceri del corpo non è sufficiente. Mangiare e lottare, come la metteva mia madre, non era abbastanza. Io e mio fratello invariabilmente ci alzavamo da tavola pieni di cibo e ci prendevamo a pugni in cortile, un po' per gioco, un po' sul serio."

William Saroyan
In bicicletta a Beverly Hills - Marcos Y Marcos, 2001
(The Bycicle Rider in Beverly Hills, 1952))

2 commenti:

LaStè ha detto...

Saroyan?
Mai sentito, per fortuna.
Così se mi dovesse piacere avrei tutto un mondo nuovo.
(è prolifico, almeno? non come quegli autori stitici che ci graziano di una loro riga all'anno?)

Esmé ha detto...

Prolifico quanto basta, e inoltre c'è il vantaggio che, essendo abbondantemente defunto, puoi leggerti tutta la produzione dall'inizio alla fine, senza star là ad aspettare in tempo reale che il signorino finisca di scrivere.
Ha già finito.