domenica 26 aprile 2009

Polpettomania: le polpette di mio fratello

Da Ora di cena

È un vizio di famiglia.
Mio fratello mi scrive:
"Oggi, dato il malotempo, mi faccio casalinga e mi impiegherò nella produzione industriale di polpette.
Sono uscito a fare la spesa sotto un tempestoso e scrosciante temporale. Ho comprato quintali di carne, prosciutti, uova, prezzemolo, parmigiano e chi più ne ha più ne metta.
Pane raffermo a volontà affogato nel latte.
Ad una stima approssimativa credo che saremo sui 4/5 Kili di roba.
Calcolando a spanne una trentina di grammi ciascuna, potrebbero sortire: 5 Kg : 30 cad. = 160 deliziosi bocconcini di polpettosa libidine!
Roba da far scoppiare anche il congelatore (e il fegato) più collaudati.
Quindi niente pennichella, grembiule da combattimento, radiolona giga, un paio di birre e via sulla spianata di Carrara (marmo di - n.d.r.) a tirar polpette su polpette.
Iddio solo sa quanto mi ci vorrebbe una bella moldava a darmi una mano...!"

Segno dei tempi: anche mio fratello si è dovuto piegare alla cottura in forno. Noto con malignità da primogenita che anche per lui gli anni passano, e bisogna stare attentini alla linea...

NB Per la precisione, le polpette erano 87, più il polpettone di recupero.
Le ho contate con occhio libidinoso, dal penoso limbo dietetico in cui giaccio e giacerò ancora per due settimane abbondanti; e nell'afflato di desiderio gli ho anche dato un nome ciascuna, per riconoscerle quando mi verranno a trovare in sogno. Spero sia stanotte, e spero sia uno di quei sogni che sembrano veri.

lunedì 20 aprile 2009

Emma


Venerdì mattina è morta la gatta Emma. Ero preparata, per quanto ci si possa preparare: ha iniziato a stare poco bene già in dicembre, ho saputo allora che non aveva possibilità di cavarsela. Per fortuna ha sofferto un po' solo nell'ultima settimana.
Ha vissuto poco più di dieci mesi, cinque in una gabbia al gattile e cinque e mezzo con me.
Della vita e del mondo, quindi, ha visto proprio poco. Però il poco tempo che ha passato con me è stato pieno di cose buone, per tutte e due. Ha avuto tutti i vizi possibili, e ha goduto dei piaceri fatti di niente di una cucciola. Ho potuto darle una fine quasi decente. Mi ha onorata della sua confidenza e ha approfittato di me come è giusto che sia. Si è padroni di un cane, ma si è al servizio di un gatto. È così.
Ora forse so cos'ho riconosciuto in lei che mi ha toccata tanto profondamente quando l'ho presa in braccio la prima volta: aveva bisogno di me. Era una creatura segnata: io ho visto solo la sua bellezza, in quel momento, ma il mio istinto evidentemente ne sapeva di più.
La sua presenza, nonostante la tristezza e la rabbia di saperla solo di passaggio nella mia vita, è stata una gioia. E anche un insegnamento, perché ho fatto l'esperienza di come si fa a vivere la gioia un giorno alla volta anche quando si sa che non ce ne saranno molti. Non pensavo.

domenica 12 aprile 2009

maracas

A dieta sì, ma con ritmo.
Per consolarmi della Pasqua di astinenza assoluta, ho avuto in regalo un uovo molto speciale.
Uno, dos, cha cha cha... uno, dos, cha cha cha... uno, dos, cha cha cha (a sfumare)