domenica 30 settembre 2007

Mom!

Ommioddio.
Stasera mammeta si ferma a cena da me. Evento che si produce non più di una volta all'anno (ma forse anche meno). Per fortuna non ho tempo né per pensare a cosa farle da mangiare né per farmi venire l'ansia da prestazione.
Potrei cavarmela con un robusto Martini di aperitivo, dopodiché si galleggia felici e chi se ne frega di quello che c'è in tavola.

ore 23.30
E invece è venuta fuori una cenetta decentissima, anche se scombinata come sempre le mie, ma a me piacciono così. Ognuno ha il suo stile, ed è chiaro che il mio è scombinato. Comunque sempre rivendibile come multietnica! Abbiamo avuto un antipastino di spanakotyropita (grecia), la zuppetella di ieri (terronia), medaglioni di filetto di maiale al sesamo e aceto balsamico con chutney di pomodori verdi (?), pane nero ai cereali (svezia) e per finire un minicono gelato industriale buonissimo di cui devo provvedere a fare scorta perché di fronte alla minuscolezza del cono nessuno si tira indietro e vanno via in un baleno.
Mi sono divertita, e ho fatto anche la mia porca figura, ovvìa.
E dopo cena, spettacolo di varietà con la gattina in gran spolvero che ci ha intrattenute con un repertorio di figure acrobatiche e rutilanti numeri di caccia-alla-mamma davvero graziosi.
Si è guadagnata la ciccia di maiale che le ho appena servito come spuntino notturno, molto gradita.
Domani se ne va...

sabato 29 settembre 2007

Piperies?

Inutile dire che ne volevo quattro, ma mercato ho dovuto comprarne un chilo. E vabbè. Ma li ho presi in un attacco di nostalgia per una deliziosa ricetta greca che prevedeva questi peperoni cornuti e di polpa sottile ripieni di feta (credo) e non so cos'altro, e passati al forno. O forse fritti?
Non me la ricordo più, la ricetta.
Così chiedo aiuto alla mia consulente personale per la Grecia (e la Magna Grecia), che forse ce l'ha presente e magari è in grado di darmi qualche dritta?

Nell'attesa, ho combattuto e vinto la mia battaglia annuale con la foresta di talli, e ho fatto una abbondante zuppetella. Ci ho fatto merenda, per la cronaca. E ce l'ha fatta anche la mia gentile ospite, la quale, incredibile ma vero, ama la verdura. L'ho scoperto perché mi ha messo la faccia nel piatto - ovviamente - che tenevo poco vigilato pensando che non fosse appetibile per un felino.
Devo ancora capire cosa non mangia, quella.

mercoledì 26 settembre 2007

Primo giorno di vero autunno

In tegame stasera arrosto di coppa caramellato con zucchero di canna, aceto e garofano. Ideale per testare la recente produzione di chutney (anche se sarebbe un po' prestino, ma ho un vasetto che non era chiuso bene, tocca farlo fuori). E patatine al forno, evidentemente.
La cattiva notizia è che oggi pensavo di andare a consegnare un lavoro che mi ha impedito qualsiasi altra forma di vita nelle ultime due settimane, e invece è tutto da rifare.
La buona, che è uscito il nuovo libro di Fred Vargas (l'unica giallista che mi avvince) e l'ho già comprato: "L'uomo dei cerchi azzurri". A letto con un libro a soddisfazione garantita, con la pioggia che scroscia, sotto la copertina con la gattina, stasera mi sentirò un pascià.

martedì 25 settembre 2007

Tajine

Certo che la tentazione è forte. Ma dato che il coniglio l'ho mangiato già ieri...

lunedì 24 settembre 2007

Reportage

Ok. A grande richiesta (e non mi sono fatta molto pregare, non vedevo l'ora) la gattogiornata di oggi:


Sfido chiunque ad azzardare un bidé, con gli agguati che si rischiano in questa casa.
(la foto è mossa, ma è che il reporter tremava dal terrore).

Lombo grassoccio

Ecco, appunto.
Il mangiare smilzo mi lasciava come un senso di tristezza. Così ho preso il lombo, che era già inciso nell'osso ma non fino in fondo: ho ripiegato le ali di pellacchia sottile di sotto a formare una base che tiene insieme il tutto, ho spalmato di senape, ho infilato tra lombatina e lombatina delle fette di pancetta e dei rametti di timo e ci ho aggiunto qualche spicchio d'aglio in camicia. Sale aromatico e pepe.
Così, mi pare, già si ragiona. E una certa eleganza la mantiene comunque. Magari non eleganza anoressica, ma insomma...

(vorrei tanto mettervi la foto della giornata di oggi della Micina, ma poi mi sembra di essere la zia Felicita zitella e gattofila, e mi fermo. Ma a fatica...)

Dopo cena. Ehm. Per la cronaca, sinceramente: non era granché, il coniglietto. Non cattivo, ma insomma, prometteva meglio alla vista. Onestamente, ho cucinato conigli migliori.

domenica 23 settembre 2007

Purpett' again

Per cena dovevano essere eleganti e dietetiche lombatine di coniglio, cottura veloce e smilzo mangiare.
Invece è finita grassa.
Sotto al magma ribollente, si nascondono succulente polpettine.
Colgo l'occasione di presentare in pubblico il tegame di alluminio della nonna Erina. Più di mezzo secolo (e lo dimostra), ma è una delle cose di cucina che mi seguiranno sempre. Non la penso spessissimo, la nonna, ma credo che le farebbe piacere sapere che sta con me in cucina.

PS la giornata della Gattina, dopo una serie di estenuanti assalti all'uomo (io) e inseguimenti di ogni oggetto rotolante, ha raggiunto l'apoteosi con una pallina di Domopack in cui era stato conservato il parmigiano. Raffinatezza che l'ha mandata in estasi.

PPS dopo cena. Constato che va pazza, ma proprio pazza, per la salsa di pomodoro. Che non lo sappia il suo padrone, ma ha leccato il tegame con lingua adesiva fino a farlo splendere.

sabato 22 settembre 2007

Ospiti


È arrivata ieri sera, e resterà con me 5 giorni, ospite graditissima. È la più deliziosa delle gattine adolescenti; simpatica, estroversa ma non invadente, grande centrocampista (anche se con una deplorevole tendenza a trattenere la palla), ballerina agile e graziosa, valorosa esploratrice e anche bellissima, che non guasta mai.
Dal momento stesso in cui ha messo zampa in casa mia, ho provato una sensazione potente di benessere. Di cose che tornavano in equilibrio. Di lacune colmate. Con un gatto dentro, la mia casa è di nuovo una casa. Io non vorrei sdilinquirmi troppo, ma è un dato di fatto: un gatto è una presenza indispensabile, una delle basi imprescindibili su cui si fonda la buona riuscita della vita domestica. Poi magari uno non è che passa il tempo a occuparsene, il gatto diventa una presenza abituale, come il riscaldamento o il divano: ma la differenza tra una casa vuota di gatti e una casa abitata da gatti è palpabile, percepibile ai sensi come la luce o il calore.
In spagnolo c'è una bella parola: desangelado. Ecco, una casa senza un gatto è inevitabilmente desangelada, priva di angeli.



martedì 18 settembre 2007

44 gatti...


in fila per 6, col resto di 2.

In tutta la sua inesorabile realtà, 80 grammi di tortiglioni integrali (ricomincia il delirio del conteggio).

lunedì 17 settembre 2007

Day after

Lavoro in consegna domani, cliente alle calcagna, ma nel retrobottega della mente il pensiero dell'ora di cena si fa strada tra la creatività forzata e l'ansia da scadenza. Così interrompo il trituramento di meningi per provvedere a un polpettone di tonno che festeggi l'avanzo di maionese notturna.
Ora che la pappa cuoce nel suo pentolone, posso procedere a finire i compiti serenamente, avendo provveduto ai miei minuti piaceri.
Ma che brava bambina...

domenica 16 settembre 2007

Maionese by night

Non è che non ho cenato. Non è che sono affamata. In tavola stasera c'era una padellata di pollo e verdure piccanti che avrebbe più che soddisfatto una persona normale. Ne ho anche avanzato un po'.
Ma alle 23.25, il demone mi impedisce la concentrazione. Ho fame. Ho fame. Ho FAME!
Il frigo domenicale, e per giunta con pretese dietetiche, è quello che è. Salamini, drammaticamente assenti. Gorgonzola, neanche l'ombra. Coi gambi di sedano appositamente preparati per i momenti come questo, francamente, al massimo ci gioco a Shangai.
Ma un uovo e un limone ci sono sempre.
E con un po' di maionese, anche una scatoletta di tonno diventa accettabile.
Credetemi: io ce la metto tutta. Ma non c'è verso. Non c'è proprio verso.
E maionese sia.
Amen.

giovedì 13 settembre 2007

Giovedì, mercato.

Al supermercato, mi metto in coda dietro a una donnona tinta bionda, con delle meravigliose sopracciglia nere dipinte col pennello.
La sua spesa: tre lattine maxi di birra, sei cartoni di similtavernello rosso e una bottiglia di wodka di bassa qualità.
Indovinate di che nazionalità era?

Io ero entrata per comprare il caffè.
Inutile dire che sono uscita con una borsa da 30 euro.


Passo da mia madre nel primo pomeriggio per un pronto soccorso computer.
La trovo che smadonna davanti a una montagna di alici diliscate e sfilettate, e a una quintalata di seppie da pulire. Al mercato non è prevista la dose per due, prendere o lasciare.
"Lo faccio adesso se no stasera mi fa schifo"
Scopro che anche lei, come me, se deve proprio pulire e cucinare il pesce, non può farlo a ridosso del momento di mangiarlo. La nostra memoria olfattiva familiare deve avere il tempo di scindere l'orribile odore da quello che abbiamo nel piatto, pena l'inappetenza assoluta.
(La foto del cadavere l'ho rubata. Non ci sono alici in questa casa onorata, né vive né morte. Stasera pollo arrosto).

martedì 11 settembre 2007

Orticoltura estetica

Ok. Non erano commestibili.
Però sono proprio carini. Lampioncini da balcone.

domenica 9 settembre 2007

Chutney di pomodori verdi


Eccomi qua.
Ho traslocato, ripristinato, configurato, installato, aggiornato e messo in pista il mio parco-computer. Uno l'ho pure venduto (e quindi ho dovuto fargli una rivergination, povero caro). Lavoraccio. Sono stufa. Ho gli occhi pixelati. Ma comunque è stato catartico.
Nel frattempo, ho anche iniziato il mio personale ramadam, e soffro orribilmente per la mancanza di consolazioni alcoliche cena natural durante. L'umore fa schifo esattamente come al solito, e allora ho pensato che una pausa virtuosa magari mi riassetta un po'. Certo, però: che palle!
Avevo in mente oggi, mentre smanettavo, di mettere su il chutney di pomodori verdi, ma mi sono accorta di essere priva di barattolini acconci, per cui sono rimasta alle fasi preliminari.

La mia ricetta non è mia, ma viene dritta dal libro di Annalisa Barbagli, "La cucina di casa del Gambero Rosso" che non tradisce mai:

Chutney di pomodori verdi

1 kg di pomodori verdi
300 gr di zucchero di canna
250 gr di ottimo aceto bianco
200 gr di uvetta sultanina (che io riduco a 150)
2 spicchi d'aglio
30/40 gr di radice di zenzero pelata e grattugiata
1 peperoncino piccante
1 cucchiaio raso di senape in polvere
1 cucchiaino da tè colmo di sale

Lavate i pomodori, divideteli in due, privateli dei semi e tagliuzzateli lasciandoli cadere in una casseruola di acciaio a fondo pesante (io uso una fantastica pentola a doppio fondo, con intercapedine per il vapore: ideale per le marmellate, le creme e tutto ciò che deve sobbollire ma non attaccarsi). Spremete l'aglio, spezzettate il peperoncino e uniteli a tutti gli altri ingredienti. Mettete la casseruola sul fuoco, fate alzare l'ebollizione, quindi abbassate la fiamma e proseguite la cottura, senza coperchio, per un paio d'ore, fino a quando il composto sarà diventato denso e consistente come una marmellata. Versate il chutney, ancora bollente, in vasetti di vetro molto caldi, chiudeteli subito e conservateli in ambiente fresco.
Con questa dose, ne vengono 4 vasetti da 150 ml.

Accompagna arrosti di carni grasse: oca, anatra, maiale. Oppure formaggi, ovviamente.

Voi come state?

giovedì 6 settembre 2007

(ot)


Oggi sono due mesi che se n'è andata. Mia Micia. Mia delizia, mia gioia, mia soave farfallina. Mia sfilatrice di calze dai cassetti. Mia interpretatrice di sogni. Mia elegante osservatrice di stati d'animo. Mia compagnia troppo poco considerata. Mia copertina. Mia occupatrice dei posti migliori. Mia sentinella. Mia schizzinosa compagna di cena. Mia amica inspiegabile. Mia cacciatrice di mosche. Mia annunciatrice di stagioni. Mia sicurezza ogni giorno e ogni notte. Mia bellezza privata. Mia risorsa di piaceri. Mio fastidio. Mia pace nei casini. Mia dolcezza. Mio legame. Mio privilegio. Mia sorella (la sorella bella).

sabato 1 settembre 2007

Terapie

Constatati i limiti della farmacologia ufficiale, della gemmoterapia, della mnemoterapia e dell'ordineterapia, e di svariate altre soluzioni patetiche che ho tentato ultimamente, non mi restava che ricorrere ai rimedi estremi. E si sa: ce n'è solo uno veramente efficace.
A cavarmi dalle paludi del malessere psicosomatico alla fine è stata una dose urto di terapia dei consumi.
Eccola qua.
Lo amo, lo adoro proprio fisicamente, è di una bellezza ineffabile e soprattutto era l'ultimo esemplare in commercio, dopo che la Apple ha pensato bene di mandare in vacca anni di costruzione di immagine mettendo sul mercato l'ultima versione, che fa davvero schifo. Infatti tutti si sono precipitati a comprare questi, appena usciti di produzione, e che quindi oltretutto costano un qualche centinaio di euro in meno.
Meno, comunque molto meno di quello che mi sarebbe costata la vacanza che questa estate non ho fatto.
Ed è MIO.