domenica 24 maggio 2009

Delizie turche


Nel mio patetico tentativo di perdere l'interesse per il cibo, è evidente che ci va di mezzo il blog. D'altra parte la rieducazione all'austerità passa necessariamente attraverso l'azzeramento non solo della pratica, ma anche dell'immaginazione. Bisogna semplicemente abolire l'argomento dal proprio sé. Funziona? No. Per il momento sono più che mai bracchetto ansioso, con la ciotola in bocca. Ma tengo duro.
Quindi ho perso il filo del racconto. E per adesso, è meglio che non lo riprenda.
Però vedo che voi qua ci venite ancora, fedelissimi, e mi commuovo per quei numerini del counter che immagino entrare ogni giorno speranzosi, e andarsene delusi.
A loro, lascio in eredità questi salatini che ho trovato deliziosi, e sono piaciuti tanto anche ai miei ospiti. Sono rapidi da fare ma lussuriosi, friabili, saporiti e grassocci, perfetti per un calice di prosecco: fatene tanti e cercate di farli piccini, che sono più carini. Fanno parte della collezione di ricette di Madama Lokum, che da Istanbul mi fornisce squisitezze che regolarmente entrano dritte nel mio repertorio di casa, come spesso le ricette orientali, che incontrano spontaneamente il mio gusto. Sarò stata una sultanessa, in qualche vita precedente?
Pogaca

per l'impasto:
  • 125 gr di burro
  • 1 tazzina da caffè di olio di semi
  • 1/2 bicchiere di yogurt
  • farina 00 (circa 300/ 350 gr)
  • 1 cucchiaino di lievito istantaneo
per il ripieno:
  • 200 gr formaggio feta mischiato a prezzemolo tritato
  • pepe bianco
per rifinire:
  • 1 uovo intero leggermente sbattuto
  • semi di sesamo bianchi e neri, oppure cumino, o papavero
La quantità di farina non è specificata nella ricetta perché si mette ad occhio, anzi a tatto: la pasta deve avere "la consistenza del lobo dell'orecchio" (pare che questa sia l'indicazione per la maggior parte degli impasti in Turchia: e la trovo molto efficace, oltre che sexy). Per le quantità sopra indicate degli altri ingredienti, a me ce ne sono voluti circa 300 grammi. Io ho anche barato sul burro e sull'olio: ho diminuito il burro a 80 gr e l'olio a 4 cucchiai e andava benissimo, anzi l'impasto mi è sembrato quasi troppo grasso. Quasi, perché grasso e friabile dev'essere, non è certo una ricetta ascetica, questa.

Impastare velocemente tutti ingredienti, dividere in tante palline poco più grandi di una noce e schiacciarle con il palmo della mano fino ad ottenere uno spessore di circa 3 mm. Mettere al centro un poco del formaggio lavorato con la forchetta insieme al prezzemolo e leggermente pepato, richiudere formando delle piccole mezzelune che andranno messe sulla placca del forno, spennellate di uovo e cosparse con i semini scelti. Io ho usato cumino e sesamo nero.
Si infornano a 170° circa per 15-20 minuti.
La foto è quella che è, ma ero in mezzo a una grande cucinata e l'ultimo dei miei pensieri era curare il layout.

mercoledì 13 maggio 2009

Count down -2 (la tentazione)

Rimettere le mani oggi pomeriggio, dopo queste ultime cinque settimane di galera, in qualcosa che riconosco come cibo è stato magnifico. E insieme difficile. Ormai il cibo (questo, non quella roba - sana e gustosa, sì, come no, certo, ci siamo capiti - che ho dovuto e dovrò continuare a mangiare per non tornare balena) mi fa PAURA. Ora che sono, per la seconda volta in questi cinque anni, tornata ad assumere la mia forma naturale con davvero grandi sacrifici, mi tocca fare i conti con delle scelte. Taralli sì: gioia immediata e sconforto postumo, o taralli no: rinuncia immediata e gioia postuma. The same, old story.
Ovviamente la risposta dovrebbe essere taralli sì, ma con estrema misura, e ragionando bene su cosa ci mangio insieme, eccetera. Il che costituisce, per la mia natura, quasi peggio che privarmene. Non ce l'ho, il senso della misura. O meglio, ce l'ho: è la sazietà. Non solo quella dello stomaco pieno, ma quella del desiderio appagato. La quale, se gli do retta, mi porta inesorabilmente verso la balenitudine.
Mi sono accostata quindi alla tarallificazione e alla cantuccificazione con un atteggiamento di chirurgico distacco: li ho fatti, e non li ho neanche assaggiati. Alla vista sono un po' troppo biscottati, ma non lo saprò fino a sabato. Stasera carne ai ferri e verdura, e pedalare.
Inutile dire che convivere con l'adorato Nemico per i prossimi due giorni sarà una discreta prova di carattere.

lunedì 11 maggio 2009

count down -5

Si scaldano i motori. Si riattivano e rinfrescano i sourdough mummificati e disidratati l'anno scorso, si ripassano ricette, si stilano liste della spesa. Tanto poi è tutto lì, no? Immaginare, vagheggiare, preparare. Poi alla fine sarà solo un aperitivo. Dddio, che parola benedetta: A-P-E-R-I-T-I-V-O. Una delle invenzioni più alte del mondo civilizzato.
Ma so che, comunque, né ora né forse mai, neanche nei miei sogni più perversi, potrò più avventurarmi in questo territorio qua, dove quindi spedisco voi peccatori a godere dei piaceri proibiti.

mercoledì 6 maggio 2009

Count down

Dieci giorni. Ancora dieci giorni. Ce la posso fare.