Ieri sono entrata in uno di quei posti che vendono cianfrusaglie a 1 euro. Cercavo certi barattolini per le spezie, per stoccare una decina di pregiatissime bustine variamente maleodoranti che mi hanno portato dall'etiopia. Ovviamente ne sono uscita senza barattolini, ma con un servizio da 8 di piatti olandesi. Proprio belli. Sono 17 anni che mangio negli stessi piatti bianchi da trattoria (quando ho messo su casa non esisteva l'Ikea), quindi il cambiamento è epocale, in questo turbinio frenetico di novità che è la mia vita.
Tutta contenta mi son detta: valà, ceniamo leggero e magari vegetale, che una volta tanto male non fa. Mi sono fatta una deliziosa zuppetta di zucchine con l'uovo e la maggiorana, e una insalata di carciofi e grana. Vino, due bicchieri scarsi. Pane, il minimo indispensabile. Dopo cena, un quadretto (uno) di fondente. Voglio dire, una cosa normale, soddisfacente, e proprio non mi pareva di essermi fatta mancare nulla. Per sicurezza, prima di andare a letto, ho zavorrato con una mela.
Vallo a dire al mio stomaco.
Mi sono trovata alle 5 del mattino in cucina con in mano un pezzo di pecorino e un avanzo di pane pietrificato, che il mio subconscio aveva localizzato non so come nella scatola del pane vecchio.
Messaggio ricevuto. Stamattina sono uscita di corsa per procurarmi delle costine di maiale.
Non c'è verso. Non c'è proprio verso.
venerdì 13 aprile 2007
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