martedì 24 aprile 2007

Outback Steakhouse Bloomin' Onion

Esistono cibi mitici. Qualcosa che hai sempre desiderato assaggiare, ma è per qualche motivo irraggiungibile. Qualcosa che solo a sentirlo nominare fai le bave. Qualcosa che hai assaporato, immaginato, perfezionato nelle lunghe notti insonni. Non so i vostri (e vorrei tanto saperli). Tra i miei, ci sono: il frutto dell'albero del pane (desiderio che mi porto dietro da quando imparavo a leggere, e imparavo sulla edizione integrale de I pirati di Mompracem, e mi si è piantato nella memoria); un vero asado argentino, fatto con le mucche argentine, in una Quinta argentina. Il caviale Ossetra non pastorizzato, almeno quello, l'ho raggiunto.
Ultimamente alla lista si è aggiunta la Outback Steakhouse Bloomin' Onion.
Conservo questo progetto nel mio cuore da circa un anno, da quando cioè un amico di chat me ne ha fatto una descrizione poetica e sublime. O forse prosaica e sublime, non ricordo.
E lo scorso agosto ne ho quasi sfiorato la realizzazione, ma come sempre accade tra questa e le circostanze avverse c'è stata battaglia, e hanno vinto queste ultime. Perché, per la Onion, ci vuole un cipollone di dimensioni colossali. Un cipollone di circa un chilo. E, in Italia, cipolle di quella stazza si trovano solo in Sicilia, e sono le cipolle di Giarratana. E io le ho toccate, le ho avute in braccio, le ho cullate! Ma il mio bagaglio ed io dovevamo arrivare da Siracusa al Canavese in nave e in treno - praticamente "Dagli Appennini alle Ande" - e assolutamente una cipolla grossa come la testa di un bambino di otto mesi non poteva seguirmi. Per cui ho dovuto congedarmi da esse, con la promessa e la speranza di riuscire, un giorno, a ricongiungerci in prossimità di una pentola adatta.

La cipolla

1 uovo
1 tazza latte
1 tazza farina bianca
1 1/2 cucchiaini da tè sale
1 1/2 cucchiaini pepe di caienna
1/2 cucchiaino pepe nero
1/4 cucchiaino origano secco
1/8 cucchiaino timo secco
1/8 cucchiaino cumino
1 cipolla gigante di spagna (3/4 pound or more)
olio per friggere




La salsa

1/2 tazza maionese
2 cucchiaini ketchup
2 cucchiai da minestra pasta di rafano
1/4 cucchiaino paprika
1/4 cucchiaino sale
1/8 cucchiai da tè origano secco
1 pizzico pepe nero
1 pizzico di pepe di caienna

1. Preparare la salsa mescolando tutti gli ingredienti in una codellina. Metterla in frigo coperta.
2. sbattere l'uovo con il latte in una ciotola abbastanza grande da immergere la cipolla.
3. In un'altra ciotola, mescolare la farina, il sale, il pepe, l'origano, il timo e il cumino
4. tagliare la cipolla: Per prima cosa togliere circa 1,5 cm da ciascuna delle due estremità. Togliere la buccia esterna. Usando un coltellino, togliere il cuore della cipolla per un diametro di circa 2 cm. Con un coltello lungo e affilato, incidere la cipolla seguendo il diametro, per circa circa 3/4 dell'altezza. Girare la cipolla di 90° e fare lo stesso in senso trasversale al primo taglio, formando una X. Dividere ogni quarto in 4 parti, con molta delicatezza, sempre facendo attenzione a non arrivare fino al fondo della cipolla.
5. allargare i "petali" della cipolla. Gli strati tenderanno a restare attaccati insieme, bisogna separarli per riuscire a cuocerli meglio.
6. immergere la cipolla nel composto di latte e uovo, e poi coprirla generosamente con il miscuglio farina-spezie. Separate ancora i petali e cercate di far penetrare il composto. Quando la cipolla è ben ricoperta, rituffatela nel latte e ripetete l'operazione. Questa seconda immersione fa sì che la cipolla non perda la copertura durante la frittura, cosa che tenderà a fare.
Mettete la cipolla su un piatto a riposare in frigo per un quarto d'ora, finché non sarete pronti con l'olio.
7. scaldare l'olio in una pentola alta. Accertatevi che l'olio sia sufficientemente profondo per coprire completamente la cipolla mentre frigge.
8. immergere la cipolla nell'olio con i petali in alto, e friggetela finché sarà ben dorata. Toglietela dall'olio e mettetela a scolare su abbondante carta assorbente
9. disporre la cipolla su un piatto, allargando i petali in modo da creare lo spazio per mettere una ciotolina di salsa nel buco al centro.

Si stacca un petalo alla volta, e lo si bagna nella salsa.

Non è romantico?

10 commenti:

LaStè ha detto...

Tra la descrizione del cipollone e il profumo della brioche che si era sparso in casa stanotte non sono riuscita a sognare altro che cibo.
Sto aspettando che questa bomba mi entri nel subconscio, so che lo farà per andare a tenere compagnia a:
-le toffolette cotte sulla bacchetta al camping estivo (lo so che sembrano banali, ma io non sono mai stata al campeggio estivo e ormai...)
-un vero english high tea con le stoviglie d'argento e il maggiordomo che serve bevande, scones con panna, sandwich al cetriolo e mille altre leccornie
-ananas colti al loro pieno e subito mangiati, magari in un paese caraibico.
Ecco, cose così...si vede che non sono una creativa.

Oggi sono riuscita ad andare a fare la spesa e mi sono trovata nel pieno di un delirio: super pieno, confusione! Le massaie professioniste, prese dalla sindrome della carenza di vettovaglie da giorno festivo imminente, hanno rallentato enormemente il mio tempo sul giro (salvatempo-carne-farina-latte-verdura) tanto che ho cercato di creare un menù alternativo per stasera e domani: un disastro!
Sono tornata a casa con una accozzaglia di ingredienti che non possono stare assieme e oltretutto mi manca almeno un ingrediente essenziale per qualsiasi piatto ora cerchi di realizzare.
Ma capita solo a me?

Anonimo ha detto...

Lista dei desiderata: sai che ci ho pensato un bel po', anche prima di dormire (Ste, siamo tutte uguali, cpaci di pensare al cibo in ogni momento). E al momento proprio non ne ho. Di robe che non ho mai provato e vorrei tantotanto una volta nella vita assaggiare. Ma ho un sacco di cose che ho provato e che vorrei tantotanto rimangiare/bere.
Tipo il maiale cotto per 36 ore nella sauna a fumo (savusauna) a 60°. Le aringhe affumicate a crudo olandesi o nieuwe haring (solo in primavera, solo in certi porticcioli). L'acqua del cocco appena raccolto e la gelatina che ci rimane dentro (niente a che vedere con quei cosi marroni che ci sono da noi). La clam chowder di certi posti in America e Canada.Le ostriche del bacino di Arcachon. Certe frittelle coi lamponi che fanno a giugno e luglio in Finlandia, giustamente, a forma di maialino. Il tocinillo de cielo fatto in casa. Potrei andare avanti a lungo. Mi fermo.

Stasera merluzzetto al forno con patate tagliate fini fini: aglio e rosmarino e spruzzatina d'olio, semplice e soddisfacente.

Esmé ha detto...

Coi ricordi è più facile. E non ci si ferma più. A volte si piange, anche parecchio.
Certo che il tocinillo de cielo... non voglio nemmeno sapere cos'è esattamente, mi basta il nome.

Anonimo ha detto...

Pensandoci bene mi sono accorta, che nonostante un'incorreggibile golosità, non desidero cibi particolari, esotici o chessò, rari. Il vino, ecco, quello si, suscita in me particolari bramosie.
Vini invecchiati, vini derivati da uve rare o cresciute in terreni impervi, impossibili. Oppure poter assaggiare i vini degli antichi, come quelli che stanno cercando di ricreare con i vitigni originali a Pompei.
L'esperienza più esaltante è stata quando abbiamo aperto una bottiglia di barolo del 1956 che dopo la giusta attesa s'era rivelato un vero nettare, profumato, intenso..ancora adesso, quando ci penso, le mie ghiandole salivari entrano in funzione.
Qualcuno può illuminarci sul tocinillo de cielo?

Anonimo ha detto...

certo che la vita è strana: la mia ultima sera del mio ultimo viaggio in Hawaii ho cenato da Outback, ce n'è uno anche downtown Kapolei. Non c'ero mai stata (un texano come mio moroso non ti porta in una steackhouse: la casa di un texano *E'* una steackhouse per default). Anyway, l'onion in questione ce l'ho avuta davanti, proprio davanti a me, per qualche minuto, verso la fine di febbraio scorso. Sembra un intervento a "chi l'ha visto", non trovi? In ogni caso, chi mi conosce sa che io sono onnivora nel senso più letterale del termine e che raramente manco l'occasione di assaggiare qualcosa di nuovo eppure...quella sera non ne ho preso neppure un minuscolo pezzetto. Ora, questa cosa che tu desideri così ardentemente assaggiare 'sta cipolla, e che io fatalità ci incappo e che, contro ogni mia logica comportamentale e quanto sarebbe normale aspettarsi da me, inspiegabilmente declino l'opportunità di assaggiarla, mi ha fatto pensare ad una di quelle cose strane che accadono nella vita, storie alla "sliding doors" tipo "e chissà cosa sarebbe successo se invece avessi deciso di addentare il vegetale fritto (oltre ad avere l'alito pesante per un po')" etc etc.
OK, ok, come non detto, l'insonnia mi fa male...

Esmé ha detto...

Quindi, tu l'hai vista. Sei stata al cospetto di Essa. Ed hai rinunciato. Posso capire.
Dunque, esiste veramente.
Voglio io averne testimonianza diretta?
NO. Si. Non so. Forse. Meglio di no.
Sono un po' scossa, non mi aspettavo una carrambata a questt'ora di notte.
Emilio Salgari mica l'aveva mai visto l'albero del pane.

Esmé ha detto...

in ogni caso, ci tenevo a dire che, alle 3:11 di notte, dopo aver cenato con Onions Rings, il tuo intervento ha avuto il potere di farmi passare il singhiozzo.
Mica poco.
ONION POWER!

Anonimo ha detto...

Sono commosso nel vedere che esiste financo una specifica tecnica per la Blooming Onion.... a volte (son passati diversi anni dall'ultimo incontro a Dallas TX) mi vien su ancora la Cipolla Fritta: non è comparabile ad un onion ring, perchè lo spessore esagerato fa si che a cuore non si frigga a dovere optando per un degradare dal fritto croccante esterno al soffritto mediano, al candito in olio al centro....
Farei una piccola modifica al procedimento: mantenete la calotta lato radice, pareggiando solo la radice stessa, tagliando invece la calotta superiore. Le volte che l'ho mangiata era così.

Esmé ha detto...

Il suggerimento sarà tenuto in debito conto. Però diventa più difficile togliere il centro per creare lo spazio nel quale poi alloggiare la ciotolina con la salsa.

Esmé ha detto...

me ne è venuto in mente un altro, di cibo mitico.
La Doppiapanna svizzera. Insomma, quella roba là. L'Altrasilvia la sa.
Quella là le sa tutte, è tremenda.
Io la Doppiapanna me la sogno anche la notte, e poi quando vado alla Coop in Svizzera la lascio là, presa da resipiscenze.
Dopo mi pento.
Insomma, tutto un giro di desideri, frustrazioni, colpa e pentimenti.