C'è chi si sdraia in un prato pieno di formiche per guardare le nuvole, chi striscia nelle paludi travestito da botte per spiare il beccaccino, chi contempla col binocolo la vestizione dell'aitante dirimpettaio. C'è chi, come la mia gatta, raggiunge il Satori guardando il cestello della lavatrice che gira. In effetti, in famiglia non siamo del tutto normali: io ho passato due anni a osservare ogni sera una porzione di terra sassosa nell'Antartico. Si copriva lentamente di neve, poi la neve si scioglieva. Arrivavano dei pinguini, poi partivano. Ogni tanto, passava un iceberg. Ma era troppo frenetico per i miei gusti.
Se siete seguaci dell'inattività e in sintonia con la necessità di partecipare al Grande Nulla, vi propongo questa particolare contemplazione:
http://www.cheddarvision.tv/
sabato 28 aprile 2007
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3 commenti:
Tempo fa guardavo l'orologio, ma lo fissavo per ore e vedevo il tempo passare. qualcuno diceva che ero depressa io stavo benissimo mi rilassavo e dicevo:vedi hai tempo da perdere,sei qui che ti permeti di vedere il tempo che passa, niente ti corre dietro, sei padrona del tuo tempo. sprecare il tempo sapendo di sprecarlo mi fa sentire ricca. Altro è quando il tempo te lo rubano, quando c'è chi ti deve parlare, ti deve vedere,ha bisogno ora e subito di vomitarti quello che ha in testa, e a te non ti va proprio. li manderei in galera con l'accusa di ladri di tempo. una cosa mi dispiace che ho la lavatrice con la carica dall'alto perchè guardare l'oblò deve essere effettivamente una bella cosa.
Lusso. Sprecare il tempo sapendo di sprecarlo. Non sai quanto questo pensiero mi appartenga. Praticamente ci ho fondato la vita.
Il concetto di spreco, in questo caso, meriterebbe un approfondimento.
Certi mercoledì mattina, sveglia alle 11.30, caffè e lettura quotidiani del giorno prima, magari manicure, eventuale lettura della posta elettronica, l'acuta e gioiosa consapevolezza che il mondo là fuori si affanna, corre, si sbatte nel traffico, ha accompagnato svariati figli a scuola, è corsa in ufficio, sta già programmando il weekend (non il prossimo, quello tra tre settimane), ansima verso la pausa pranzo, magari in palestra; balbetta la spesa al super in automatico verso una sera da barcamenare tra le esigenze di mariti tediosi ma esigenti, bambini noiosi ma ormai presenti, doveri firmati non si sa bene come quando e perchè.
Certo: c'è da tenere a bada l'ansia - e non è piccola ansia - del futuro incerto, della pensione che non avrò, della solitudine che si paga, e quello sconcerto di essere in perpetua controra rispetto al resto dell'umanità. Vale la pena?
Sì.
Vale la pena.
Eccome, se vale la pena.
Il tempo, se non si è del tutto plagiati dalle stronzate che ci ammanniscono, è il vero lusso della vita. Il tempo, eventualmente, anche da buttar via. Non è buttato mai, se lo si gode.
leggere l'intero blog, pretty good
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