sabato 23 giugno 2007

Panzanella Senza

Noia. Noia profonda, abissale, definitiva, irriducibile. Forse, anzi, non è neanche noia: è accidia pura. Ciondolo in giro per casa, iniziando e non finendo lavoretti domestici pretestuosi e facendo danni. Ogni tanto, come Pisolo, mi abbatto sulla prima superficie imbottita e piana e schiaccio un sonnellino.
Ci vorrebbe proprio qualcuno che venisse a cena, per darmi modo di attivare qualche risorsa non dico creativa, ma almeno operativa. Per fare due risate, mettere giù una tavola carina, un po' di conversazione. Ma non c'è.
Così mi faccio una panzanella (è estate! maledizione! il tempo dei piaceri! della gioia! della felicità! poi passa! ricordarselo!). Una panzanella classica fiorentina, senza varianti, troiai, aggiunte, nobilitazioni. Senza peperoni, senza carote, senza sedano, senza tonno, capperi, olive, mozzarelle e quant'altro vado sentendo in giro. Solo pane toscano raffermo, pomodoro, cetriolo, cipolla, basilico, aceto, olio, sale e pepe.

Sto leggendo un libro su Bernard Loiseau, il cuoco che si è sparato qualche anno fa perché gli avevano tolto una delle tre stelle Michelin. Riflessione: davvero, a me piace proprio la cucina di casa. Non me ne frega niente dell'alta cucina. Mi girano le balle quasi subito quando si comincia a fare gli intellettuali a tavola. Eppure è strano: sono consapevolissima che la testa c'entra, nel mangiare, eccome se c'entra! E allora com'è? Per adesso, mi limito a rendermi conto che parlare di mangiare per me è una faccenda di testa e di cultura (e forse anche un tantino di perversione), mentre fare da mangiare e consumare il cibo, rispettivamente una questione di amore e di pancia.
Che donna banale, sono, alla fine. Tutta casa e panzanella.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Stessa situazione a qualche grado di longitudine più a sud. Un caldo bestiale, sustola (noia) bestiale, e stessa medicina che però qui si chiama cialledda fredda: pane di matera raffermo e bagnato, pomodoro, sale olio, aglio, origano e peperoncino. L'Italia è bella perchè è varia.
Speriamo che sta notte rinfreschi.
Anna

Esmé ha detto...

cialledda, panzanella, pane e sale, freselle... pane secco, acqua, pomodoro, olio.
Non per fare l'apologia dei cibi poveri, ma se uno riesce a scordarsi dell'esistenza del risotto e di un paio di milioni di altre cose italiane, basta poco per essere felici.
Chissà se in Grecia esiste qualcosa di analogo? Non ho mai sentito.

Anonimo ha detto...

Non credo, mai mangiato nulla di simile.E penso perchè, semplimente, per fare la panzanella/cialledda ci vuole il pane buono e, con tutto il rispetto, in Grecia non hanno pane buono come il nostro. Mi attivo e mi informo, solo per sapere se esiste ed eventualmente a quale delle due versioni (meridionale o centrale) assomiglia. Per la cronaca qui sono 42 gradi e c'è un vento africano, quindi, oggi frisella condita in modo classico, ma sempre e comunque con peperoncini annessi. Di accendere il gas e cucinare per ora non se parla proprio. Anna