venerdì 3 agosto 2007

Pummarola e sensi di colpa

Come sempre, i buoni propositi sono i primi a cadere sotto la pressione della pigrizia.
Altroché pummarola: oggi mi sono svegliata a mezzogiorno, ho sciabattato fino all'edicola (mt 200, quella a mt 50 ha chiuso per ferie: con il che, considero espletata la mia quota di attività fisica quotidiana). Ho passato il resto della giornata non so come, salvo che mi sono addormentata credo più volte mentre, in pieno pomeriggio, guardavo una bella intervista a Billy Wilder sul satellite. Posso dire che sia Billy Wilder il mio regista preferito? No. Ma non so se è il secondo o il terzo. Il primo è senz'altro Howard Hawks, e poi c'è anche George Cukor in ballo.
Comunque.
Riscossami dal pisolo, per dare un senso allo scampolo di vita diurna che restava, mi sono cimentata nel mio primo esperimento di cucina scic: ho improvvisato una gelatina di pomodoro. Perché mai? direte voi. Mah. Sono quelle idee balzane che ti vengono quando ti aggiri in abbigliamento sommario in un pomeriggio estivo, snasando nella dispensa, e cominci a concepire i piaceri dell'ora di cena.


Ma ora, mentre scrivo, mi rendo conto della vera motivazione a un piatto così poco in linea con le mie tendenze: perché pur sempre di pomodoro si tratta, e il mio stramaledetto subconscio, che funziona come un orologio svizzero, ha trovato modo di fare pesare al mio povero conscio sovraccarico che non avevo messo in atto il programma di ieri.
Sembra venuta bene.
  • 250 ml di succo di pomodoro (fresco)
  • 2 fogli di colla di pesce
  • 15 gocce di tabasco
  • 1 cucchiaino di aceto aromatico (mi piacerebbe avere quello di pomodoro, ma non so dove si trova)
  • mezzo spicchio d'aglio
  • sale
Spellare due o tre pomodori maturi (io ho usato i cuore di bue), passarli nel passaverdura per eliminare i semi.
Sciogliere la colla di pesce in un po' del succo.
Intiepidire il resto del succo, e poi incorporare la gelatina.
Salare, spremere l'aglio con lo spremiaglio, aggiungere il tabasco e l'aceto.
Mettere in due coppette in frigo finché si è solidificata.

Nel frattempo, placata la colpa e chiusi i conti con Herr Doctor Freud, alla faccia delle gelatine da signorine, credo che per cena mi farò una robusta pasta con tonno, cipolla e trucco, che sono secoli che non arrotolo spaghetti. Lo so, l'idea del miele sembra schifosa, ma giuro che non lo è.

Per due (se siete due. Se no, per uno smodatamente affamato o esoso)
  • 1 grossa cipolla bianca, o 2 piccole
  • 140 gr di tonno di buona qualità
  • 5 o 6 pomodori perini maturi
  • 1 cucchiaino (ino) di miele amaro (per es. castagno)
  • 200 gr di pasta (ognuno ha la sua preferita)
  • origano

Affettare la cipolla sottile ma non troppo (3mm) e metterla ad appassire in padella con un po' d'olio extravergine.
Nel frattempo sbollentare i pomodori, pelarli, togliere i semi e sfilettarli per il lungo.
Buttare la pasta.
Aggiungere i filetti alla cipolla, quando questa sarà appassita.
Aggiustare di sale.
Quando anche il pomodoro sarà morbido ma non sfatto, aggiungere il tonno spezzettato e un cucchiaino di miele e l'origano.
Scaldare un paio di minuti e condire la pasta.

E adesso, mi viene in mente anche chi mi ha insegnato questa pasta semplice che mi piace tanto.
Me l'ha fatta una volta Antonello, in una estate di circa trent'anni fa. A Salina. Non so chi l'avesse insegnata a lui, mi piacerebbe saperlo, glielo chiederò. Mioddio, trent'anni fa ero già una ragazza.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

ohhh, finalmente c'è qualcun'altro che non rispetta i buoni propositi, pure l'oroscopo dice che è giunta l'ora di crogiolarsi nell'ozio.
però poi la metti la ricetta della pummarola, vero?
a me non viene mai come dico io, di solito dò la colpa ai pomodori che sanno di niente.

Anonimo ha detto...

... e proviamo a mettere 'sto cucchiaino di miele di castagno (l'unico che mi piace, tra l'altro).
Ma giusto perché è la fede cieca l'unico suggello alla vera amicizia.

Anonimo ha detto...

Vogliamo parlare di cinema americano? Beh, sì, sarei fortemente tentata, visto che mi citi tre tra i registi che più amo e del periodo più meraviglioso di Hollywood. E vorrei aggiungere attori e titoli, ma poi ci vorrebbe un altro blog...
Parliamo invece del trucco e di come lo abbia adattato ai miei gnocchetti con pomodorini verdi e bottarga: erano piccanti un gran tanto e la cucchiainata di miele di corbezzolo (sarditè oblige) ci stava tutta.
Proverò sicuramente nella versione tua: il pomodoro a filetti è una divinità molto adorata a casa mia in questi mala tempora currentia e il tonno è il suo profeta.
Amen.

Esmé ha detto...

Mi conforta che non si apra una discussione sul cinema americano (e sul cinema in genere). Come per la musica, non sarei in grado di sostenerla. Però so che quel periodo è il più meraviglioso del secolo scorso. Anzi: con quel periodo finiscono, per me, il meraviglioso, l'incantevole, il charming, lo spirito e anche l'avventura e tutto il resto (guerra a parte, of course). Anche in letteratura. Dopodiché, solo i Beatles, e per il resto faccio a meno senza rimpianto alcuno.
A parte il fatto che le donne non sono mai state più belle ed eleganti di allora.

Non mi sarei mai, e poi mai, e poi mai, azzardata a mettere miele e bottarga nello stesso piatto. Neanche con il tonno, se non fosse che me l'hanno detto dopo, se no avrei storto il nasino.
Io sono una pavida vigliacchetta conservatrice e pochissimo azzardosa nel mangiare. Chissà cosa mi perdo.

Anonimo ha detto...

Mangiandoti la gelatina di pomodoro lo so io cosa ti perdi. Una piccola guancia di cinta.
ciao
gio

Esmé ha detto...

non vedo l'incompatibilità.