lunedì 3 dicembre 2007

Coscia porcella a bassa temperatura

Stasera coscia di maiale cotta in forno a bassa temperatura : vediamo cosa succede, se viene tenera e sublime come si vocifera - e patatine novelle in-a-bag (di queste ultime la ricetta la trovate in archivio).
La foto ovviamente ve la metto dopo cena.
Da sabato scorso vi ho abbandonati per una forsennata attività di inserimento libri su Anobii. Il morbo della catalogazione mi ha colpita a fondo e mi sa che finché non ho finito non avrò pace. È una attività che ha del compulsivo e insieme del catartico: rassicura gli ansiosi, dona l'oblio dalle pene del mondo e fornisce la sensazione (del tutto illusoria) di avere fatto qualcosa di utile. Come perdere tempo da professionisti, insomma.

h 21:15 La cena è stata un discreto disastro, ora mi faccio un uovo al tegamino e ne riparliamo domani

Insomma: avevo un pezzo di coscia di maiale. L'ho legata su alla bell'e meglio, l'ho massaggiata con olio e e spezie, l'ho schiaffata sulla griglia del forno a 80° con sotto una teglia con acqua e vino bianco, come da istruzioni di una ricetta che avevo trovato. Ho preparato il sacchettino con le patatine e sono andata a fare altro (sapete cosa). Quando mancava un'oretta all'ora di cena, ho avuto il buonsenso di andare a controllare: la carne era assolutamente cruda, solo un po' tristemente ingrigita in superficie. Mi son detta vabbè, l'esperimento sarà per un'altra volta: ora la caccio in teglia, alzo il forno e in un'ora faccio in tempo a cuocerla come un normale arrosto. Così ho fatto. Un odore orribile mi ha strappata alla catalogazione dopo pochi minuti: il sacchetto di plastica con le patatine aveva toccato, gonfiandosi, la resistenza del forno. Ad essa si era attaccato, fondendo e bruciando allegramente con emanazioni di sostanze altamente tossiche. Spostamento dei ripiani del forno. Pulire con un pezzo di carta le resistenze del forno incandescenti e fiammeggianti di plastica fusa non è una cosa che vi consiglio di tentare, casomai vi venisse in mente. All'ora di cena taglio l'arrosto, che è ancora rosato dentro: col maiale ciò non è accettabile. Le patatine sono circa cotte, ma hanno esaurito il liquido e sono secche come i gomiti di una strega. Metto le fette di arrosto nel microonde (la fame mi attanagliava) e dopo tre minuti estraggo delle sleppe marroni e tigliose.
Non ho capito quante ore ci vogliono per cucinare 400 grammi di carne a bassa temperatura. Certamente più di quattro. Forse posso sopravvivere ancora senza scoprirlo.
La foto ve la scordate!

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Ero proprio sul pensieroso a pensare che come ospite nell'ultimo periodo non eri alla tua altezza. Noi si passava da te per ora di cena e tu neanche a dire una cosa nuova, tutta persa nelle tue cataste di libri.
La catalogazione secondo me è un qualcosa che noi umani abbiamo nel DNA. Ci dà sicurezza. Ma penso che tu, data la precisione, sia la reincarnazione di un Certosino (sia il monaco sia il gatto).

Anonimo ha detto...

adesso per piacere mi spiegate cosa catalogate :i libri vostri,quella della libreria di casa? quelli che secondo voi se viene il diluvio bisogna salvare sull'arca?
benigni mica ce lo ha ancora spiegato,nè letto.
anobi non è una roba da egiziani?

Esmé ha detto...

I libri di casa. Tutti.

Aspetti che Benigni ti spieghi le cose? Andiamo bene!

No, Anobii è roba da pazzi.

Anonimo ha detto...

Io invece delle uova al tegamino avrei ripiegato su una fondue svizzera. Il microonde e il pane ce li hai.
ciao
nonno

Esmé ha detto...

no, mancava il pane. mi sono svegliata a mezzogiorno e mezzo, non c'erano i tempi per panificare.

Anonimo ha detto...

Concordo aNobii è roba da pazzi, infatti ci sto benissimo. Aggiungo a quello che ha detto esmeralda che non solo si catalogano i libri di casa ma si costruiscono anche libreria comuni per gruppi: ciascuno mette dei libri suoi e cominciano a crescere librerie virtuali a tema. Io ho conosciuto anobii qui da esmeralda.
Però ora mi viene da fare una domanda alla padrona di casa: come mai la cena è stata un discreto disastro? Non avrai mica, presa dal lavoro delle copertine, dimenticato di spegnere il forno?

Esmé ha detto...

peggio, annarella, peggio. Degli innumerevoli errori paperineschi riferirò domani, ora ho fame e vergogna insieme. Comunque, per la cronaca, la maggor parte delle mie cene sono un discreto disastro. Ma si svolgono in solitudine, senza scomodi testimoni.

Anonimo ha detto...

Poffarbacco: sono un fenomeno scientifico e non lo sapevo! Primo caso di contagio senza contatto.
Ho origliato dal buco della tua serratura su aNobii: sono stata immediatamente risucchiata in un vortice di librerie, commenti e desideri (ah, se bisogna sublimare!). Adesso mi domando perché. Perchè ho deciso di trasformare casa mia in un teatro di guerra dove esplodono mine antilibro le cui schegge impazzite vagano ovunque? Perché ho deciso di essere consapevole di quanti libri ho, ma soprattutto di quanti me ne mancano? Perché mi voglio fare male, sbattendomi in faccia la tristissima constatazione pre-alzheimer, che di alcuni non ricordo assolutamente nulla, tranne il fatto di averli sicuramente letti? E perché voglio ancora infierire, avendo indulto in un'ostinata rilettura quando ne ho a decine che aspettano pazienti ed illibati, nel loro limbo di polvere ed ombra?
A questo punto ti pregherei accoratamente di coinvolgermi nella discussione sui disastri della bassa temperatura: ho bisogno di una terapia diversiva.

Esmé ha detto...

Temo di non poter fare nulla per te. Temo anche di non poter fare nulla per me stessa. Finché questa follia non sarà conclusa, mangerò uova sode e per giunta verdi, perché me le dimentico sul fuoco per mezz'ore, mentre inserisco puntigliosamente le schede dei miei libri senza isbn.
La bassa temperatura era l'estremo tentativo di mangiare qualcosa di decente senza cucinare, avendo troppo da fare per occuparmene: l'idea era di ficcare una cosa nel forno e non occuparmene più per tre ore almeno senza paura di bruciarla, e poter seguire così indisturbata la mia ossessione.
Ma se tradisci il cibo, esso si rivolta. Riflessione: due ossessioni non sono compatibili.

Anonimo ha detto...

sono davero incuriosita dalle vostre catalogazioni,a parte il piacere di coltivare l'ossessione.
è una faccenda tipo dimmi che libri hai e ti dirò chi sei?
è la scusa per spolverarli?
per realizzare quanti libri abbiamo prestato e non ci hanno restituito?
e poi quando tutti i libri sono stati segnati nell'elenco?si confrontano gli elenchi?
quando non riesco a capire il profondo delle cose mi sento un po' più vecchia
comunque le cotture in forno eterne a bassa temperature le trovo deprimenti.
pagnotta

Anonimo ha detto...

Sulla bassa temperatura.
Due sono le cose fondamentali per la riuscita:
1) la previa rosolatura del pezzo di carne;
2) il termometro a sonda.
Con questo verifichi prima la temperatura del forno (che io comunque terrei sui 90°/100°) e poi la cottura al cuore.
Ti assicuro che una volta sperimentata e riuscita ti riuscirà difficile abbandonarla per tornare al vecchio overheat.
E poi, cosa c'è di meglio che metaforizzare attraverso le basse temperature ?

Esmé ha detto...

cara Eleanors, infilare un termometro a sonda un pezzo di carne da 400 grammi sarebbe come piantare banderillas da toro nel collo di coniglio. La ricetta che seguivo non prevedeva la rosolatura iniziale - che gli venga un accidente all'autore.

Esmé ha detto...

pagnotta, nel mio caso trattasi di definizione dell'identità. Mica bubbole. I miei libri sono io. Mi rappresentano e mi identificano meglio di qualsiasi altra cosa, vasi a parte. Sono la mia autobiografia.
C'è chi scrive le sue memorie, chi si identifica con la prole, per me questo (mettere in chiaro la mia libreria) è il modo migliore che ho trovato di lasciarmi conoscere. È la traccia che lascio per essere raggiunta.
Da lungo tempo rifletto sul fatto che essere capiti è la maggior grazia che possa toccare a un essere umano. Oggi questo è drammaticamente confuso con l'essere famosi. Ma è la comprensione - magari di pochi, magari di uno solo - che illumina la vita e crea la vicinanza.
Non credo di essermi spiegata, non sono brava a spiegarmi. Ma fa niente.

Anonimo ha detto...

Da quando possiedo un termometro a sonda, credo di averlo infilato ovunque (detta così, la cosa si presta a svariate interpretazioni psicanalitiche, che potrebbero costituire materiale per una riedizione freudiana del caso di Dora: il caso di Nora, appunto. Però mi sento più vicina alla definizione che la Littizzetto dà dell'invidia del pene:"Io l'invidia del pene non l'ho mai avuta, al massimo la nostalgia".)

Esmé ha detto...

Sono profondaente vicina a Luciana e a te in questo sentimento di nostalgia.
Voi però siete mica single: qualcosa che non va, a casa?

Anonimo ha detto...

No, però lo siamo state: non si nasce sposati. E, nel mio caso, è stato faticoso diventarci e lo è ancora di più restarci.

Esmé ha detto...

Non mi risulta condizione che non sia faticosa.
Forse (ma forse) mi vien da dire che si fatica più volentieri per un matrimonio che si è scelto, che per una solitudine che ci è imposta. Ma non ho esperienza del primo guaio.
Resta il fatto che i balocchi sono indispensabili in qualunque condizione, quindi corro a comprare un termometro a sonda.
Penserò poi a dove infilarlo.