martedì 17 luglio 2007

Arf

Qualche giorno fa, ospite da amici al lago, una sera sono rimasta da sola a cena. I miei ospiti avevano imprescindibili impegni mondanissimi ed io ho preferito fare Cenerentola (nella speranza imperitura che la probabilità di incontrare un principe sia più alta in cucina che alle feste).
C'era della lonza da far fuori, e stavo impacchettando degli involtini; al primo rumore della carta del macellaio, alla porta sul retrocucina:

- Toh! Guarda chi c'è. Passavo di qua per caso, e ho pensato di fare un salutino.

- Tommy, non se ne parla neanche, levatelo dalla testa, sai che io sono una donna di ferro e tu hai appena mangiato, lo so benissimo, inutile che fai la scena del povero essere denutrito.
- Ma io mi sento tanto solo, e anche parecchio derelitto! Giuro che non sono interessato alla ciccia, son qua per farti compagnia, vorrai mica cenare da sola.

- Ceno sola da 24 anni, sai che impressione mi fa. E poi, già che ci siamo, anche se non è fine far pesare le cose, ti ricordo che l'anno scorso mi hai morsicato a tradimento, senza nemmeno un ringhio di avviso. Come la mettiamo? Ti spiacerebbe ora ritirarti nei tuoi appartamenti e lasciarmi cenare, che si fredda?

(Che disagio. Che imbarazzo. Ma ora mi scuso, mi umilio e mi arruffiano, e vediamo se l'arpia non molla la ciccia).
- Giuro che non volevo. Ti assicuro che ero sovrappensiero, era buio, ti avevo scambiata per il postino. Sei bellissima, ora che ti guardo meglio, veramente molto avvenente, quasi quasi mi ricordi una bracchetta, si vede anche che sei una femmina intelligente e di spirito, e non somigli per niente a un postino. Non succederà mai più.

Che dovevo fare?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che hai già deciso di fare.
il guaio è che ti disegnano così...Jessika. Anna

Anonimo ha detto...

Ma è bellissimo! Io lo propongo all'Archivio di Stato del Museo Nazionale del Cinema: un esempio unico e fenomenale di cino-romanzo. E l'attore, poi: che cane davvero! E che dire della regista-operatrice-sceneggiatrice-montatrice?
Inquietante quel tanto che basta a creare interesse e suspense con una mano sola: al suo riguardo si fanno i nomi di Alfred Hitchcock (per lo stesso vezzo di comparire nei suoi film, ma a pezzi...citazione ironico-pseudo-splatteriana?); di Orson Welles (avendone ampiamente superato la capacità evocativa e suggestionatrice...a lui serviva anche la voce, pfui! che pivello...); di Michelangelo Antonioni (non ditemi che non avete pensato a Blow up: qui si sublima l'ossessione per la fotografia, modificandone l'oggetto : non più la filiforme Verushka, ma nutrimento e nutriti...avete colto la metafora?); di Lars Von Trier (altro che Dogma e camera in spalla: qui solo macchina fotografica al collo e qualche fettina di lonza). Complimenti: da Palma d'oro. Festival di Can(n)es, ovvio.

Esmé ha detto...

Sono commossa. Ma perplessa.
Spero che il Sig. Von Trier sia magro, perché gli altri onorevoli Directors sono tutti ciccioni, e nello stato attuale dei miei 9 chili di riguadagnato sovrappeso mi risentirei di essere nell'olimpo degli artisti obesi. Sai com'è, l'Oscar è un simpatico soprammobile, ma non fa la felicità, mentre un vitino di vespa quasi sì.
In ogni caso, dicevo, sono commossa: avevo in mente come modello di riferimento più che altro il fotoromanzo, fratello muto della sceneggiata. Ma a sentire la critica, sono andata oltre.
In ogni caso farò avere a Tommy il tuo articolo stampato su carta da macellaio, contenente un due etti abbondanti di macinato.