sabato 9 febbraio 2008

Quaglie al Vermouth


Stasera ho deciso di trattarmi come se fossi mia ospite, come si evince dalla pregiata decorazione del piattino.
Ultimamente, profondamente abbattuta nello spirito dall'alimentazione sana e per niente di mio gusto, avevo abbandonato anche solo l'idea di inventarmi qualcosa di appetitoso con la miseria di ingredienti a disposizione. Ma non si può mica andare avanti così. Chi l'ha detto che tre frutti al giorno significa mangiarsi una mela a colazione, una pera a pranzo e una arancia a cena? Chi lo ha detto che lo yogurt sia una roba che si assume tristemente col cucchiaino a colazione? E che carni bianche equivalga a petto di pollo?
Alla riscossa!
Proviamo a cavare qualcosa di insano, laborioso e possibilmente privo di vitamine, da quello che posso.

• Due quaglie pulite ed eviscerate
• uno scalogno
• una arancia non trattata
• uno spruzzo di vermouth rosso
• un bicchiere di vino bianco
• due cucchiai di yogurt Total 2%
• un cucchiaio d'olio di semi di buona qualità, o di extravergine leggerissimo
• tre foglie di alloro
• sale, pepe

Pelare lo scalogno, tagliarne metà in due spicchi e tritare finemente l'altra metà.
Salare e pepare all'interno ogni bestiola, e inserire una foglie di alloro e uno spicchio di scalogno. Legare e imbavagliare le poverette, che per inciso fanno proprio impressione, con quelle coscette implumi e quei gomitini puntuti. Rosolarle in tegame con l'olio e lo scalogno. Sfumare con il vermouth, quando è evaporato aggiungere il succo dell'arancia e una striscia di buccia tritata a brunoise finissima. Aggiungere una foglia di alloro, coprire e portare a cottura. Togliere le quaglie e conservarle al caldo. Aggiungere al fondo di cottura il vino bianco, far restringere un po'. Mettere lo yogurt, mescolare bene (a non essere pigri, prima passate il fondo in un chinoise, poi lo rimettete in pentola e lo addensate con lo yogurt). Liberare le prigioniere, tagliarle a metà, togliere il ripieno e riscaldarle un attimo nella casseruola insieme all'intingolo prima di servire.


Questo è quello che ho fatto io, e mi è sembrato buono. Il vantaggio delle quaglie, come anche del coniglio, è che sono laboriose da spolpare, per cui con due quaglie ci si intrattiene una mezz'ora e si ha l'impressione quasi di cenare in grazia del signore, anche se si è a dieta.
Voi fortunati potete anche usare il roux (burro e farina) al posto dello yogurt per legare la salsa, e accompagnare libidinosamente con riso pilav.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh! Finalmente! Era ora di togliere il monoscopio della patatina acida: ci mancava solo il 'mi' prolungato all'infinito e la scritta "le trasmissioni riprenderanno (peso) appena possibile".
Comunque, la foto della quaglia: più la guardo e più mi sembrano due cosce femminili in una certa (?) qual posizione.
E' fattapposta?
Sono malata?
Eleonoyrs

Esmé ha detto...

Rivedendo la foto mi sento di rassicurarti: non sei malata. Forse sono malata io. L'effettaccio mi era completamente sfuggito, mentre disponevo la roba nel piatto. Ora vado a preoccuparmi.
Comunque dovevi vederle da intere...
L'operazione di infilare gli spicchi di scalogno tra le coscette nude e accapponate ha un che di ginecologico abbastanza impressionante.

Anonimo ha detto...

povere quaglie!

Anonimo ha detto...

Devo proprio essere invecchiato tanto ma... io ci vedo solo due striminzite appendici di ossicini.
ciao
gio

Anonimo ha detto...

a me le quaglie mi fanno troppa 'mpressione siccome tengo l'animo delicato. magari una variante faraonica?

Esmé ha detto...

perché no? Magari con degli spumini di (argh) patate per contorno. Poi qualcuno mi spiega perchè la faraona ci fa meno 'mpressione. Non è forse anch'essa una creatura?

Andrea Ferrigno ha detto...

Impressione? Poverette?
Intrattenersi per mezzora??
Temo che avrei dovuto trattenere l'impulso di ingollare tutto assieme, coscette implumi e gomitini puntuti, e via di ganasce!