mercoledì 27 agosto 2008

È tornata

Ieri sono passata schizzando in motorino, e come sempre quando passo di là butto un'occhiata automatica, ma ormai non credevo più di rivederla: invece c'era. Ricomparsa.
http://oradicena.blogspot.com/2008/01/parliamo-daltro.html
Era da gennaio che non la vedevo seduta sul gradino, con la testa china, a disegnare.
Mi ha fatto piacere davvero rivederla. Tanto per cominciare, perché è ancora viva. Mica automatico, in certi casi.
Quindi ho inchiodato, sono montata sul marciapiede e solo quando sono stata vicinissima ha alzato la testa.
Ciao, sono contenta di vederti, le ho detto, e ci siamo date la mano.
Abbiamo avuto una conversazione surreale e garbata, come se ci ritrovassimo per caso al bar del Ritz dopo una season particolarmente lunga e tediosa. Lei, l'essere, ha un grande sorriso.
Mi ha informata che ha un nuovo soggetto: "Api!" Sorrisone di nuovo. "Disegni proprio bene".
L'imbarazzo (certe situazioni mi intimidiscono), mi impedisce di chiedere come ti chiami, eccetera. Mi fa vedere il suo quaderno, ordinato, fogli ad anelli con bustine di plastica, e dentro decine di segnalibri molto simili, minime varianti degli stessi soggetti. È sistematica, ordinata, organizzata, che ci fa su quel marciapiede?
I suoi segnalibri sono davvero belli, polverosissimi ma belli. Disegna fiori, gatti e adesso anche api. Io preferisco i gatti. I suoi gatti, se guardate bene, hanno tutti gli occhi tondi che guardano in su. Son gatti che si aspettano una pedata, ma forse, chissà, magari arriva un boccone. Gatti bastonati e speranzosi.
Ne ho comprati 4 perché avevo solo pochi soldi con me, ma ora so che la ritrovo. Per Natale, quest'anno, segnalibri.

martedì 19 agosto 2008

Ginger Ale casalingo

Avrei dovuto dirvelo in luglio, quando si schiantava di caldo, si grondava sudore e si implorava qualcosa che alleviasse il tormento. Lo so, lo so. Ma o non avevo la bottiglia giusta, o non avevo lo zenzero fresco, o me ne dimenticavo... è finita che l'ho provata solo oggi, questa ricetta fantastica. Ma ancora c'è voglia di qualcosa di fresco e frizzante, in questo scampolo d'estate: e vi assicuro che, se amate come me il Ginger Ale, non la mollerete più.
Ringrazio Lokum, domatrice di lieviti.

Orbene, munitevi di:
  • una bottiglia di plastica da 2 litri
  • un limone
  • 120/220 gr di zucchero (io ne ho usati 120, non amo i sapori troppo dolci)
  • un quarto di cucchiaino da caffè di lievito di birra secco
  • tre cucchiai da minestra di radice di zenzero grattugiato (grattugia a fori medi)*
Pelate e grattugiate lo zenzero, spremete il limone. Aiutandovi con un imbuto, mettete la polpa di zenzero e tutto il resto degli ingredienti nella bottiglia, e aggiungete acqua fino a tre dita sotto il tappo. Agitate bene per sciogliere lo zucchero e il lievito, stringete forte il tappo e mettete a riposare da 24 a 48 ore circa (io l'ho avuto pronto in 36 ore, ma dipenderà dalla temperatura esterna etc).
Si capisce che è pronto quando, tastando la bottiglia, la troverete durissima (ossia quando sarà piena di gas).
A quel punto, mettete in frigo e fate raffreddare bene.
Attenzione, quando aprirete il tappo: per evitare l'effetto-geyser, mettetevi sul lavandino, allentate il tappo senza aprirlo del tutto e fate spifferare il gas. Quando la turbolenza si sarà placata filtrate con un colino nel bicchiere, e deliziatevi del tripudio piccante di bollicine.
* Dedicato ai fortunati - ed io SO chi sono, nevvero? - che possiedono la favolosa grattugia Microplane: ecco un modo degnissimo per dare un senso all'esborso.

domenica 17 agosto 2008

Siamo rimasti noi

Dalla finestra della Signora Zavaglia (solitamente di un silenzio arcigno) escono zaffate di tanghi e romantiche habanere.
La Mirella in sottoveste si asciuga i lunghissimi capelli al sole seduta su un basello in cortile, davanti al posto-macchina degli Sciascia, opportunamente disabitato. Facilissimo immaginarla da giovane fare lo stesso alla sua finestra in paese, sotto alla quale spasimano orde di giovanotti irretiti dalla grazia dello spettacolo.
La Antonietta, reduce dal terzo ricovero consecutivo, si affaccia per rassicurarci sulla sua resistenza ai ripetuti inviti della Signora in nero.
Io ascolto la radio, e cerco di dare un senso a questa ennesima estate cittadina facendo scorte per l'inverno. Mi è persino difficile, ormai, immaginare il mare.

martedì 5 agosto 2008

Fritto last minute per uno

In dispensa: una melanzana. Una zucchina. Mezzo panetto di Feta. Un uovo. Salsa di pomodoro.
Mica facile trasformare, senza troppo lavoro, questa roba dannatamente sana in qualcosa che mi faccia venir voglia di mettermi a tavola e cenare. Il pensiero vaga, e si sofferma su una pasta alla Norma. La scarta - poca voglia di pasta - ma poi ci torna su, perché la soluzione sta proprio là, nella melanzana fritta.
E la cotoletta di melanzana (in questo caso impanata) fritta, si sa, è una delizia, accompagnata dalla salsa di pomodoro al basilico. Per la cronaca, anche la zucchina non è male. Il Feta si frigge dopo averlo infarinato e basta: omaggio alla Grecia che non vedrò neanche quest'anno.

Come si fa pare ovvio, ma poi protestano perché non scrivo le ricette, allora:
  • Si affetti la melanzana a fette spesse un dito. Non la si metta a spurgare con il sale, perché si ammoscerebbe. Le melanzane odierne non hanno più l'amarognolo di quelle di una volta. (E non ci sono più neanche le mezze stagioni).
  • Si tagli la zucchina a metà, e da ogni metà si ricavino 4 fette.
  • Si passino nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato, previamente mescolato con del pecorino grattugiato. Esso conferisce alla crosticina una compattezza mirabile, oltre ad insaporire.
  • Si infarini il formaggio Feta.
  • Si frigga il tutto in olio di arachide, e si serva bollente con salsa di pomodoro (anche crudo, anzi, forse è pure meglio).
In realtà basta per due, se non sono scofanati come la sottoscritta