Insomma, qua si lamentano tutti. Tavola deserta, zero ricette, ospiti abbandonati a se stessi con tristi avanzi di cambusa. Verranno tempi più conviviali.
La mia condotta alimentare, in questo periodo, è di pura routine: per questo non compaiono cose nuove. Non ne faccio. Mangio spesso le mie cose preferite, che mediamente ho già pubblicato, quindi non ho motivo di parlarne. Non ho voglia di occupare la testa con la cucina, tutto qua.
Ma mi verrebbe da dire: chi lo ha mai detto che questo era un blog di cucina? Non lo è. Non lo è mai stato. All'inizio non pubblicavo neanche le ricette, poi siete stati voi a chiedere e allora l'ho fatto, ma come sapete qua dentro non c'è niente di che, da quel punto di vista. Ogni tanto invento qualcosa che mi riesce e lo condivido, più spesso faccio cose che ho trovato altrove e mi son piaciute.
L'idea di base era di intrattenere - fondamentalmente me stessa, ed eventualmente chi passava di qua - in quell'oretta sospesa, di fame assoluta e di relativa solitudine, che va dall'imbrunire all'ora di cena. Momento critico nella mia giornata, in cui tutto il mio essere assume le fattezze e il sentimento del Bracchetto con la ciotola in bocca. Di blog di cucina veri, belli, creativi e a volte anche professionali, è pieno il mondo.
Ma parlare del mangiare mi è sempre piaciuto. A me piace raccontare della mia cena domestica, e soprattutto mi piacerebbe sentir raccontare delle altrui ciotole, in un afflato che per un momento mi fa sentire parte del mondo là fuori, dal quale vivo esageratamente appartata.
Ciò detto, stasera in tavola ci sarà un sano, semplice pollo arrosto (curioso: non ricordo di averne mai cucinato uno), e dell'insalatina dell'orto che viene fresca, o per meglio dire fradicia, dato il tempo, dalla Toscana.
Dalla campagna dei miei vengono anche le clamorose sei uova regolamentari delle loro galline stra-coccolate, e un pugno di ciliegie salvate dal diluvio. Parco ma delizioso mangiare, che dedico a chi apprezza le cose semplici e buone.
(Linda ha avuto in dono dei rametti freschi di salice, nocciolo e melo, che hanno sostituito i posatoi anonimi della sua gabbietta. Così mette le sue buffe zampette a quattro dita su qualcosa di legno vero, almeno, e si diverte a scortecciarli).
mercoledì 4 giugno 2008
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13 commenti:
Ciao Esme,grazie per la dedica:)mi sono infatuato delle nespole giapponesi. L
le nespole!
ce n'è un alberello qua in cortile.
So che il Pangolino ne va pazzo. Chissàse le ha già mangiate, quest'anno.
A me piacciono tanto i noccioli, lisci e lucidi come sassolini di mare.
Esme! Anch'io trovo stupendi i noccioli di nespola, fatico a buttarli... (Anche quelli di litchies sono belli così).
Qui il nespolone del cortile è stracarico di frutti ormai appassiti, mi fa tristezza... (e guai a parcheggiarci sotto)
In compenso sta fiorendo la striminzita jacaranda!
(No credito telefonico... ma grande coincidenza: tris di risi anche per me, ce soir!)
Baci
Buoni i tre risi: li ho trovati ideali per una insalata di pollo e riso così composta: petto di pollo arrosto o grigliato, cipollina fresca, uvetta, menta fresca e qualche pinolo.
Aaaah (sospiro), la Jacaranda...
Ti ho linkato, come ringraziamento per la ricetta della pasta con le foglie di vite.
La faccio stasera.
Non mi ha fatto male, non ho sentito niente mentre venivo linkata! E se poi non ti piace cosa fai, mi slinki?
Ma sai cosa ti dico? Che stasera me la faccio anch'io! :-)
Slinkare...
geniale.
No no, non ti slinko: da cuoca sperimentalista, non hai idea dei disastri che ho combinato.
Eppoi, mi stai simpatica
Buona, la pasta.
Anche mio marito e la gatta hanno apprezzato...
LA GATTA? Non è possibile. Ho saputo di gatti che apprezzano il passato di verdura; che amano la salsa di pomodoro, e persino ne ho avuta una ospite che amava le zucchine. Ma una pasta acida, a base di capperi e limone proprio non lo avrei mai immaginato.
Anch'io me la sono goduta: l'unico difetto che gli trovo è la stretta necessità di un gran numero di stuzzicadenti: i frammenti di foglie di vite sono micidiali!
(Spero che tu non tiri su una gatta vegetariana, non è nella loro natura e non gli fa bene per niente)
No, no, niente gatti vegetariani.
E' che loro, sai sono strani.
Il micio che avevo prima era ghiotto di crauti in salamoia, legumi, adorava l'insalatina a taglio e la cicoria, e impazziva per seitan e soia. Almeno Emily si accontenta di qualche filo verde.
Del resto gli animali rispecchiano i padroni... gatti pazzi...
Questa non l'ho capita.
Da quando i gatti (che sono i padroni) rispecchiano i loro servi?
ciao
nonno
PS. Non c'entra nulla ma trattati con limone gli ossi di seppia mi sembrano più gialli.
nonno
Scusa, nonno, hai perfettamente ragione: siamo noi che ci adeguiamo a loro...
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