martedì 13 novembre 2007

Gatto (vita senza un)

Erò lì che mi facevo una pasta al tonno con i filetti di pomodoro. Ho aperto la scatoletta di tonno. Girarmi verso la porta, aspettando di veder arrivare sparata la sua coda grigia impennacchiata di speranza, è un gesto ancora automatico.
È davvero strano, davvero tanto strano aprire una scatoletta così, impunemente.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Teo dice che fai bene a girati verso la porta quando apri la scatoletta. La coda è lì. Siamo noi umani che non la vediamo più.

Esmé ha detto...

Lo so. La coda c'è. O meglio: c'è l'ombra. Ma dov'è il gatto?

Anonimo ha detto...

Un gatto ci può sempre essere, quel gatto sta nel tuo gesto di voltarti verso la porta.

Anonimo ha detto...

Il gatto (è) in noi.
W.B.

Esmé ha detto...

Non riesce a bastarmi, il gatto inside.
Sento una forte mancanza di quella in pelo e zampe. Sono proprio irrimediabilmente materialista, non vogliatemene.

Anonimo ha detto...

ti capisco, succede lo stesso con il mio. Ha le antenne per la scatoletta del tonno. Ha pensato a prenderti un altro gatto? Io ormai non potrei vivere senza.

Esmé ha detto...

Non penso ad altro, in pratica. Ma ho delle difficoltà organizzative, e finché non ho la certezza di avere qualcuno a cui affidarlo quando vado via, non me lo posso permettere.
C'est la vie.
Stanotte ho sognato una caterva di gattini rossi, deliziosi.