sabato 29 novembre 2008

Cinismo

Operazione Oro nero

Milano, 27 novembre 2008 - Il corpo forestale dello Stato ha messo a segno in Lombardia una serie di azioni per contrastare il traffico illegale di caviale. Negli scorsi giorni sono stati messi sotto sequestro oltre 40 kg di caviale beluga e osetra, per un valore commerciale che si aggira intorno ai 400 mila euro e sono state denunciate tre persone.
Grazie all'intervento delle forze dell'ordine è stata sgominata un'organizzazione criminale italo -polacca che era dedita, da diverso tempo, al commercio illegale di caviale russo.
Il prezioso alimento era conservato in oltre 100 scatole di latta, custodite in un refrigeratore apposito all'interno di un appartamento di Milano. Sono stati denunciati a piede libero due polacchi, i corrieri dell'organizzazione, e una donna italiana, la proprietaria dell'appartamento.

Il caviale sequestrato sarà esaminato e, se sarà ritenuto adeguato, verrà regalato a associazioni benefiche per imbandire le mense dei poveri durante le festività natalizie.

Sto seriamente considerando l'idea di passare la Vigilia alla mensa dell'Opera San Francesco.

giovedì 27 novembre 2008

Attesa

Lunedì ho appuntamento con il nazidietologo per la cerimonia del controllo. Ho deciso che mi metterò in ginocchio sulla bilancia e implorerò una tregua armata fino ai primi di gennaio. Sei chili in meno valgono senz'altro il mese che ho passato in questo strazio, ma la mia vita quotidiana è un deserto di desolazione.
Non ne posso più.
Per riuscire a tener duro fino a quel momento, ho usato il vecchio trucco della dilazione del desiderio: ho messo in cantiere una cosetta che necessita una settimana di stagionatura. Ogni sera apro il frigo, guardo l'involto con affetto e sgranocchio il mio finocchio regolamentare pensando al momento in cui lo potrò aprire. Quel giorno ci sarà rumore di prosecco stappato, amiche intorno al tavolo, e non voglio vedere neanche un atomo di verdura.
Poi si ricomincia.

venerdì 14 novembre 2008

Carbonade à la flamande

È meglio che mi astenga dal resoconto delle mie cene in questo periodo di espiazione dietetica. Lo faccio per il vostro bene, si sappia; il mio si manifesta per sottrazione (di chili), e dunque è incomunicabile se non attraverso il piacere del tutto privato di veder riaffiorare la mia forma naturale dagli strati adiposi che la soffocano.
Da ospite attiva mi faccio quindi ospite passiva, stasera, eccezionalmente invitata alla sontuosa tavola di Eleonors e della sua Carbonade à la flamande, piatto che non conoscevo e del quale al momento mi sarebbero vietati cinque ingredienti su otto (tutto, se non la carne, l'aceto e gli aromi). Mi sembra raccomandabilissimo.
La foto non me l'ha mandata, suppongo perché impegnata a lavorare di forchetta. Ma che pretendete? Lei è una persona normale, non è mica abituata mangiare freddo per compiacere il vostro voyeurismo!
"Et alors! La carbonade à la flamande (o come diavolo si scrive: ho trovato almeno una trentina di grafie diverse) è un piatto belgico che prevede lo struggimento - per ore - di una carne da spezzatino e di una discreta quantità di cipolle in una dose sufficiente di birra. L’ho preparata diverse volte, al punto che, pur non facendola da tanto, ho potuto replicarla senza ricetta, ottenendo un ottimo risultato. Ciò, in genere, sta a segnare l’esatto momento in cui la ricetta diventa mia. Ed è un bel momento, perché è il momento giusto per condividerla.

Procediamo con dosi ed ingredienti:
  • g 500 carne da spezzatino tagliata in tocchi di cm 2,5x2,5x2,5 (più o meno, eh?)
  • 4 o 5 cipolle medie bianche
  • due bottiglie di birra corposa (io ho usato la Leffe, in onore all’origine del piatto)
  • due cucchiai di zucchero scuro
  • una spruzzatina d’aceto
  • 4 o 5 tocchi di pane casareccio
  • senape rustica (quella in grani)
  • timo e alloro
Ungete appena una pentola (se non potete cuocere per 3 ore, usate pure la pentola a pressione) e fatevi rosolare ben bene la carne e salatela. Indi, tenetela da parte, e nel sughetto secreto mettete a saunare© le cipolle tritate. Devono ammorbidirsi pian pianino, ma essendo trite e ritrite, si stuferanno presto. Quindi aggiungete lo zucchero ed alzate un po’ la fiamma per farlo caramellizzare appena: ‘appena’, ho detto, quindi siate tirchi col tempo, perché altrimenti brucia tutto.
A questo punto, deglassate con la spruzzatina d’aceto e aggiungete la carne, il timo e l’alloro. Aggiungete anche la birra, incoperchiate bene e fate andare per tre ore almeno, a fiamma bassissima e anche con lo spargifiamma. Dopo le prime due ore, spalmate con generosità le fette di pane con la senape e mettetele sullo stufato. Re-incoperchiate e fate cuocere l’oretta restante, ma anche un’oretta e mezza (la stufa sarebbe l’ideale) o se avete una rostiera di coccio o di ghisa, ma seria, anche in forno a 120°. Per la versione pentola a pressione, le fette di pane vanno aggiunte dopo la birra, si tappa e si fa sibilare per un’ora e mezzo.
Il risultato non vorrei descriverlo per non rovinarlo."

giovedì 6 novembre 2008

Due conti


E dopo l'innamoramento, si fanno i conti con la realtà. Io, che sono una donnina assennata, li faccio anche durante, senza nulla togliere al romanticismo.

Quanto costa nutrire un gatto?
Nutrire non vuol dire, per quanto mi riguarda, riempirgli la pancia. Quello si fa agevolmente con le scatolette del supermercato: di fascia alta o bassa, fa poca differenza. Peccato che verso gli otto, nove anni ve lo ritrovate con i calcoli, o l'insufficienza renale, e sono guai che chi ha avuto un gatto di lunga vita conosce bene.
Nutrire, quindi, significa cercare di fornirgli cibo che lo mantenga in salute, e magari anche gli piaccia.
I veterinari, che poi si ritrovano a curare i vecchi gatti malati e quindi la sanno lunga, consigliano alimenti di qualità, umidi o secchi; tutte le Persone con Gatto sanno che le marche sono tre o quattro (e non le vendono al supermercato, ma solo nei negozi di animali).
Emma dovrebbe mangiare cibo bilanciato per cuccioli ancora per 7 mesi. Ho scoperto con orrore che il prezzo è 1 euro/ 1,10 per microscatoletta, e ne deve avere due, quindi 2,10 euro al giorno. Con le crocche delle stesse marche si risparmia qualcosina, ma è molto triste mangiare solo palline secche a vita.
Quindi, fanno 63 euro al mese solo per la pappa. Scherziamo? (Capite adesso perché non ho due gatti)?

Ho quindi affrontato, con spirito risoluto e positivo, il periglioso cammino della pappa fatta in casa. Con risultati sorprendenti.
Ho previsto un menu che alterna una grande maggioranza di carni bianche (pollo, tacchino), una certa quantità di pesce (nasello e ventresca), un po' meno di carni rosse (macinato di vitello), una piccola percentuale di frattaglie (fegatini di pollo). Non calcolo il costo di quella mezza zucchina o carotina e del (pochissimo, non più di mezzo cucchiaio al giorno) riso che aggiungo.
Ho ovviamente approfittato delle offerte del supermercato, che peraltro ahimè orientano anche la mia alimentazione, da parecchio tempo prima che scoppiasse la crisi economica attuale: sono sempre stata avanti sui tempi, maledizione. Ho scelto i tagli di pollame più economici (coscia e sovracoscia in confezione da 2,5 kg, che vanno anche meglio del petto perché sono più grassi, e i gatti di grassi hanno bisogno), il pesce è surgelato e di provenienza tutto meno che mediterranea, eccetera.
Ho tenuto traccia accurata degli scontrini, contato le porzioni dopo la lavorazione, e il risultato è che il costo al giorno è di 0,60/0,70 euro. Circa 20 euro al mese. Un terzo secco dell'opzione cibo industriale di qualità. Mica male!
Ovviamente bisogna avere tempo ed essere sistematici, per cavarsela così. Si fa la spesa una volta ogni 10 giorni e per due ore si lessa, si sbollenta, si disossa, si spella, si dilisca, si sminuzza, si miscela, si porziona nei bicchierini di plastica e si surgela. E bisogna avere un microonde, se no si diventa pazzi a scongelare due volte al giorno.
Bisogna anche avere la fortuna di vivere con un gatto di palato facile: con la fu-micia schifiltosa, tutto ciò sarebbe stato impraticabile. Lei non ha mai accettato di riconoscere come cibo nulla che non fosse stato previamente additivato di schifezze e inscatolato, nonostante i miei tentativi di invogliarla fin dal primo giorno con piattini prelibati. Infatti ha passato gli ultimi 7 anni della sua vita costretta a mangiare solo crocche per l'insufficienza renale, che fanno schifo anche ai gatti, e abituarla non è stato affatto semplice. Tesora, quanto la penso in questi giorni.

Insomma: ce la si fa, come sempre, sbattendosi un sacco.
Però è una discreta soddisfazione quando Emma si fionda sul ragù di tacchino e fegatini, e lecca il piattino fino a lucidarlo.

Ora, io spero di star facendo bene. Qualche dubbio ce l'ho. In particolare, non so se questo regime debba essere integrato in qualche modo per ottenere gli strepitosi risultati delle pappe bilanciate deluxe (c'è bisogno di più calcio per un cucciolo? Taurina? Vitamine? Olio di oliva? Latte sì, latte no? Boh?). Nel frattempo, integro con una piccola quota di crocchette per cuccioli.
Ovviamente ne ho lette di tutti i colori, ma non sono in grado valutare il grado di attendibilità delle informazioni che ho trovato. Se si aggirasse da queste parti un qualche veterinario sano di mente ed esperto in nutrizione felina, sarei felice di sapere cosa sto sbagliando. (Astenersi sentito- dire e consigli non documentati, grazie).

lunedì 3 novembre 2008

Coup de foudre

E così, mi sono innamorata.
Sapevo di essere pronta, e in fondo non vedevo l'ora che accadesse, ma è successo così di colpo che sono rimasta fulminata. Un'ora tra il momento in cui l'ho vista e la decisione di convivere. Ora sono in quella fase dell'innamoramento, avete presente? in cui non ce n'è per niente e per nessuno, il mondo comincia e finisce nel cerchio fatato che comprende solo voi due, e il resto - amici, crollo delle borse mondiali, eventi atmosferici, sommosse - è sfocato e irrilevante. Un sorriso inebetito aleggia sui vostri musi.
Mi scuso quindi per l'assenza, ma in questi ultimi dieci giorni sono rimasta ammutolita e proprio incapace di trovare le parole adatte per descrivere in pubblico i sentimenti senza coprirmi di ridicolo. In privato miagolo.
Non sono mai stata capace di scrivere di qualcosa mentre lo sto provando. E quello che sto provando mi sbalordisce per intensità, dato che in fondo dovrebbe essere solo una gattina, suvvia.
Pfui.
Quindi, per adesso mi preme di dirvi solo che dopo un anno, due mesi e venti giorni di lutto, esitazioni, tentennamenti, preparazioni, dubbi, ripensamenti, desiderio, magone, impazienza e approfondite riflessioni - in una parola: pippe - sono di nuovo una persona con gatto.

Si chiama Emma.
Il suo nome sui documenti è Emma Paloma "Coup de Foudre" De' Nerobianchi di Mondogatto.
Mi pare il minimo, con un pedigree così malmesso, equipaggiarla di un nome come si deve, che non sfiguri in società.
Ha cinque mesi. È nata in gabbia, al gattile, dove la sua mamma era stata portata incinta.
Le sue bellezze sono innumerevoli. È molto pelosa e morbida come un pashmina; sopra è nera, sotto è bianca, in cima ha un naso rosa confetto, in fondo ha una gran coda piumosa, sotto ha delle zampone da orso, e tutto intorno un carattere che promette ogni gioia possibile.
Inutile dire che io ora sono felice, che lei è una delizia, e che la mia casa è di nuovo una vera casa, finalmente.