Dalla finestra della Signora Zavaglia (solitamente di un silenzio arcigno) escono zaffate di tanghi e romantiche habanere.
La Mirella in sottoveste si asciuga i lunghissimi capelli al sole seduta su un basello in cortile, davanti al posto-macchina degli Sciascia, opportunamente disabitato. Facilissimo immaginarla da giovane fare lo stesso alla sua finestra in paese, sotto alla quale spasimano orde di giovanotti irretiti dalla grazia dello spettacolo.
La Antonietta, reduce dal terzo ricovero consecutivo, si affaccia per rassicurarci sulla sua resistenza ai ripetuti inviti della Signora in nero.
Io ascolto la radio, e cerco di dare un senso a questa ennesima estate cittadina facendo scorte per l'inverno. Mi è persino difficile, ormai, immaginare il mare.
domenica 17 agosto 2008
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4 commenti:
esmeralda, prova così: cipolle rosse > tropea > mare! ;)
sorry. mi sa che i link non si possono aprire. :(
Vedi? Non si aprono neanche i link! È destino.
Però la pista è buona (anzi ottima): hai capito benissimo come funziona il mio organismo. Se parto dalle papille, arrivo anche lontanissimo.
Smack.
Doro: ho seguito il tuo consiglio, e in effetti sono arrivata fino al mare, non a Tropea ma quasi.
L'anno prossimo mi dici con quali associazioni riesco ad arrivare in Grecia? Vorrei alzare la posta.
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