martedì 17 giugno 2008

Bracioline verdi

Spessissimo, da raffinata intenditrice quale sono, mi capita di mettere insieme la cena esclusivamente sulla base di quello che mi va. E altrettanto spesso la somma di quello che mi va non ci azzecca assolutamente niente, e produce un discreto guazzabuglio di sapori del quale io godo lo stesso, alla faccia dell'ortodossia delle regole del menu.
Ieri sera, per esempio, mi andavano le bracioline verdi (che sarebbero quei birignaccoli orrendi nella foto); e poi mi andava una pannocchia di mais dolce la burro e paprika. La pannocchia l'ho comprata per far assaggiare il mais fresco alle mie cocorite, che ormai si sono lanciate negli assaggi sfrenati. Quindi a me ne è toccata una sola, e ai pennuti tocca quella cruda. Insomma, dicevo, le bracioline verdi sono una ricetta che adoro e della quale non so più chi ringraziare, perché quando l'ho copiata nel mio archivio non mi sono segnata l'origine. Chiunque sia, sappia che sono entrate nella mia cucina e ci sono rimaste intrappolate per sempre.


Si fanno così:
  • 150 gr di carpaccio di vitello tagliato a fettine piccole
  • 30 cent di prezzemolo (quotazione milanese in data odierna): che equivale a circa il doppio di quello che riterreste ragionevole mettercene
  • 4/5 cucchiai di parmigiano o grana grattugiato
  • la buccia di mezzo limone
  • 1 spicchio d'aglio
  • olio extravergine
  • sale
  • pepe
Si mette tutto tranne le fettine nel mixer e si riduce in crema, con l'aiuto di abbondante ma non esagerato olio.
Si schiaffa una fettina sulla mano sinistra (per i destrorsi) e ci si spalma sopra uniformemente un cucchiaino o due di ripieno. Con agile mossa della mano destra si arrotola la fettina (se avete seguito un corso da sigarai a Cuba, sarete senz'altro facilitati).
Poi si mette un po' di salsa sul fondo di una pirofila, si allineano strette strette le bracioline e le si cosparge con la salsa rimanente. Si inforna a 180° per mezz'oretta. Bisogna tener pronta una discreta quantità di pane per fare scarpetta.

Adesso che ci penso, la ricetta dev'essere del sud, perché al nord questi si chiamerebbero involtini, qua da noi per bracioline si intende tutt'altro. Potrebbe essere pugliese?

11 commenti:

Anonimo ha detto...

ohilà!
ma quante cocorite hai adesso?
spalluzza

Anonimo ha detto...

Devo dedurre che i miei involtini non danno più dipendenza... mala tempora currunt!
ciao
nonno

Esmé ha detto...

Deduzione errata. I tuoi involtini di carpaccio si fanno dai 28° in su, per me. Stasera io ho guardato la partita con addosso un plaid di pile sottratto alla lavatrice (ce l'avevo messo sperando di riporlo in vista della primavera).
Il forno acceso è stato utile come riscaldamento d'emergenza.

Esmé ha detto...

Spalluzza: finalmente due :-) Reportage a breve.

Anonimo ha detto...

Questa mi piace, semplice e veloce, ma suona stuzzicante. Solo che io non posso chiamarle bracioline, che per me non ha senso qui.

Noi stasera abbiamo mangiato blinis, crêpes e galettes. Accompagnati ognuno da quello che più gli pareva adatto: salmone gravad, gravad sik (altro pescioletto marinato), aringhe alla senape, uova di sik con panna e cipollina fresca, prosciutto e formaggio per i minorenni, poi miele, sciroppo, marmellate varie.

Siamo andati dagli unni, te li ricordi? Come da tradizione abbiamo portato TUTTO noi.

Syl

Esmé ha detto...

Syl, gli Unni, come scordarli? Avete lasciato anche un po' di mancia per la spesa di domani?
Bella cena la vostra, mi ricorda quando ero piccola, in famiglia, e si facevano cose del genere, molto gradite da noi bambini.

(Avevo lasciato un post sulla acsa dei gatti, poi lo avevo modificato ma credo che alla fine si sia disperso chissà dove).

Anonimo ha detto...

ops, pensavo lo avessi solo rimosso.
adesso lo cerco

niente mancia, ma tutto quello che è avanzato se lo sono riposti ben bene nel frigo

Syl

Unknown ha detto...

Sud. Certamente Sud.
La fetta di carne ripiena di aglio, formaggio gratugiato e prezzemolo è la braciola classica. Si aggiungono a piacere, e secondo della stagione, pezzetti di soppressata o salame piccante.
Con la braciola, è notorio, si fà il ragù della domenica, ossia, il classico "sugo di mammà".
Direi che la tua è una braciola estiva per via della scorza di limone.
Direi anche che, sempre per via del limone, è una braciola in senso lato mediterranea, potrebbe essere siciliana ma anche Greca.
Il tocco di classe che però la rende unica è l'arrotolamento alla Carmen.
La braciola stanziale e non Gitana è sempre chiusa con tristissimi stuzzicadenti marca Samurai.
anna

Esmé ha detto...

Aha! Ora ho le idee più chiare sul ragù con le braciole. Certo che dev'essere buono.
Anna, sei una raffinata intenditrice, e alla tua acuta analisi socioetnogeografica del piatto non è sfuggita - attenzione! - l'anomalia.
La buccia di limone infatti è un elemento estraneo alla ricetta originale, un tocco personale che mi sono avventurata a inserire senza autorizzazione. Quindi posso rivendicare, con questo ardito gesto creativo, il diritto a ribattezzare la ricetta, che da oggi si chiamerà "Braciole alla Carmen"?

(Stanno insieme senza Samurai solo perchè queste devono stare buone e ferme nella teglia, non navigare perigliosamente nella salsa di pomodoro).

Anonimo ha detto...

oserei aggiungere che nella classic braciola da ragu'si mette anche uva passa e pinoli e che il formaggio da grattugiare deve essere il romano.
Umilmente vs. Pangolino

Unknown ha detto...

Quanto al diritto di nascita sulla "braciola alla carmén" mi sembra più che giusto.
Madame ella ne ha facoltà!
La più ampia facoltà.

Altrettanto umilmente:
quanto all'uvetta e i pinoli dipende sempre dalle latitudini.
Da noi (lat.40 e dispari) ci va l'aglio e il prezzemolo e il formaggio è al pari il pecorino, ma il locale.
E' terra di gente non dolce di sale e tale è la braciola.