lunedì 21 settembre 2009

Assenze

Andiamo
Venite
Andiamo
Vuotiamo le tasche
e scompariamo.
Mancheremo a tutti gli appuntamenti
ci rifaremo vivi tra anni
con la barba lunga
vecchie cartine da sigarette
attaccate ai pantaloni
foglie nei capelli
Non ci preoccupiamo
più
dei pagamenti.
Che vengano pure
a prendersi
tutto ciò
per cui stavamo pagando.
E si prendano anche noi.

Questo blog sospende l'attività a tempo indeterminato.
Le ragioni che mi hanno portata a maturare questa decisione, che certamente getterà nello sconforto milioni di persone, sono tre. Ve le enumero.

La prima è che sono sempre più acutamente consapevole di non avere niente da dire. E chi se ne frega? direte voi: la maggior parte della comunicazione interplanetaria si regge sul non aver niente da dire e dirlo a gran voce, e nessuno si fa il problema. Ecco, io invece sì.

La seconda è che mi son rotta le scatole che le persone che conosco si facciano sentire sempre meno, e vedere quasi mai, perché "tanto ti leggo sul blog". Da questo momento alzate il telefono e chiedetemelo, come sto. Invitatemi a cena, a merenda, a un pic nic, a fare due chiacchiere, a ballare.
Questo argomento è per me particolarmente attuale ultimamente, e aprirebbe un discorso articolato sui cambiamenti nei rapporti interpersonali in epoca di social network. Discorso che non farò in questa sede. Ma i cambiamenti ci sono, e se i vantaggi sono molti, gli svantaggi sono troppi. È possibile che io prossimamente decida di sparire anche da FB e da ogni altro genere di community e piazza virtuale, e vedere cosa ne resta. Ma su questo devo ancora riflettere, temo che il risultato non mi piacerebbe.

La terza (molto accessoria) è che da tempo mi sta dando un po' fastidio che alcune persone in particolare siano costantemente e dettagliatamente aggiornate sugli affari miei. Per quanto parlare di mangiare sia teoricamente un argomento neutrale, e non a caso l'ho scelto come filo conduttore, questo è sempre stato un diario personale, mascherato - neanche tanto - da blog di cucina. Il vago fastidio ultimamente è aumentato fino a diventare disagio, e sentirmi scomoda in casa mia non mi piace.

Comunque: il blog resta qua, e probabilmente tra un po' mi verrà l'imprescindibile bisogno di comunicarvi la ricetta del pasticcio di formiche, quindi questo non è un addio ma un arrivederci. A lungo termine. Lunghissimo, temo. Se volete farmi un regalo in cambio dell'alto servizio che ho reso alla comunità, mettendo in piazza senza vergogna i miei dubbi e le mie faccende perché qualcuno potesse trovare conforto se provava le stesse cose che provavo io e si sentisse meno pirla e solo, lasciate un commento.
Dico a quelli che mi leggono sempre e non parlano mai. Mi piacerebbe sapere chi siete, visto che ci siete. Se c'è qualcosa che dalla mia tavola è passato alla vostra, e magari ci è rimasto, mi fa felice saperlo. Questa sì che è una forma di comunicazione che si materializza nella vita vera, trasferisce esperienze concrete a distanza, ed è una gran bella cosa. Questo sì che fa sentire meno soli.

Il quadro lassù è di Bruno Guaitamacchi.
I versi di Lawrence Ferlinghetti.